Casarini, il vescovo di Modena ammette di aver finanziato la sua ong con un fondo parzialmente alimentato da 8 per mille

Si tratta di denari gestiti da ogni vescovo in modo discrezionale ma regolarmente rendicontati

Caso Casarini, il vescovo di Modena ammette di aver finanziato la sua ong con un fondo parzialmente alimentato da 8 per mille
Caso Casarini, il vescovo di Modena ammette di aver finanziato la sua ong con un fondo parzialmente alimentato da 8 per mille
Franca Giansoldatidi Franca Giansoldati
Sabato 9 Dicembre 2023, 11:15 - Ultimo agg. 16:44
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Gli aiuti finanziari erogati dalla diocesi di Modena alla ong di Luca Casarini – una delle due diocesi coinvolte - per soccorrere i migranti in mare sono stati attinti dal fondo personale del vescovo, Erio Castellucci: un gruzzolo parzialmente alimentato dall'8 per mille. «A partire dall’autunno 2020 ho deciso di aiutare «Mediterranea», elargendo periodicamente delle somme attinte alla «carità del vescovo», alimentata da diversi contributi (tra i quali una percentuale dell’otto per mille affidata al vescovo per interventi assistenziali), offerte liberali ed eredità o lasciti ricevuti in diverse occasioni e per diversi motivi, destinati a progetti da me scelti o concordati con i donatori, secondo le loro intenzioni».

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Lentamente si fanno strada i primi chiarimenti sotto la forte spinta del bisogno di trasparenza nella gestione dei soldi che gli italiani scelgono di dirottare alla Chiesa cattolica, oltre alle somme dei benefattori destinate alla carità. Erio Castellucci ha affidato ad una nota il suo disappunto dopo che il suo nome era apparso nelle intercettazioni di telefonate con Luca Casarini, nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Siracusa. 

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«Le notizie diffuse negli ultimi giorni dalla stampa nazionale, con ampio rilancio sui social e sulla stampa locale, riguardanti donazioni che le diocesi italiane erogano alla Ong «Mediterranea Saving Humans», toccano anche l’arcidiocesi di Modena-Nonantola e alcune mie scelte.

Contro ogni garanzia costituzionale, è stata diffusa parte della mia corrispondenza privata con Luca Casarini, totalmente estranea alle indagini in corso su «Mediterranea». Senza entrare negli ambiti di competenza della Magistratura, nella quale ripongo la massima fiducia, mi sembra opportuno offrire alcune informazioni». 

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Il vescovo inizia così a spiegare la radice evangelica delle scelte ecclesiali. «Aiuta i bambini non ancora nati e le loro famiglie, opera per l’educazione, soccorre chi si trova in situazioni di povertà in Italia e nel mondo; difende chi è perseguitato a causa della fede in Gesù e assiste i fragili e i malati». Tutte «opere di misericordia corporali e spirituali» dove è inestricabile «l’intreccio tra necessità materiali e spirituali nell’orizzonte di intervento della Chiesa, da sempre».

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«Si possono certo commettere degli errori nella destinazione degli aiuti, ma la Chiesa non può rinunciare fare carità (…) Quando mi è stato chiesto aiuto per soccorrere persone in pericolo di vita nel Mediterraneo, ho perciò deciso di impiegare alcune somme dalla «carità del Vescovo», tra le quali non pochi contributi finalizzati dagli offerenti stessi. E le ho indirizzate a «Mediterranea», che per quanto potevo constatare stava intervenendo efficacemente. Queste somme, «scoperte» dagli organi di stampa – peraltro maggiori rispetto a quelle divulgate dagli stessi – in realtà erano state regolarmente contabilizzate dentro al bilancio della Diocesi, come le altre offerte liberali che partono dalla «carità del Vescovo», tutte tracciabili attraverso i movimenti bancari. Le ho definite «una goccia nel mare», e lo confermo, nonostante il sarcasmo di qualcuno: una goccia che è stata però utile per salvare la vita a qualche fratello e sorella in pericolo di vita».

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8 PER MILLE

Castellucci precisa che coi soldi del fondo da lui amministrato e parzialmente alimentato dall'8 per mille non sono stati beneficiati solo i migranti. “Con un contributo superiori ai diecimila euro, leggo dall’estratto conto degli ultimi due anni: un reparto maternità di un Ospedale in Tanzania; diverse esperienze di formazione della pastorale giovanile e universitaria dell’Arcidiocesi; la sistemazione di alcune canoniche ed edifici parrocchiali per i quali non erano sufficienti le offerte dei fedeli; la pubblicazione di libretti sul duomo di Modena e l’dbbazia di Nonantola; il sostegno economico ai presbiteri che conseguono titoli accademici fuori diocesi; l’aiuto alla popolazione di Boa Vista, nell’Isola di Capo Verde; l’adozione a distanza di seminaristi in Ucraina; il contributo alla ristrutturazione di una residenza parrocchiale per anziani a Modena; e una somma consistente, in questo caso totalmente finalizzata dagli offerenti, per il progetto di avvio di due laboratori per detenuti». Per tutte queste ragioni il vescovo definisce l'attacco mediatico strumentale e «contro la libertà della Chiesa per impedire l'aiuto ai migranti». 

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