Giubileo ed Expo 2030, la sfida dei grandi eventi con benefici per il Sud

La nuova, possibile stagione dei grandi eventi in Italia mobilita soprattutto il turismo

Papa Francesco
Papa Francesco
di Nando Santonastaso
Sabato 24 Giugno 2023, 07:00 - Ultimo agg. 17:56
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I numeri del Grande Giubileo del 2000 saranno forse irripetibili (anche se la Banca d'Italia ha spiegato, nel 2019 in un apposito studio, che in realtà l'impatto economico per Roma e l'Italia in termini di valore aggiunto pro capite non fu indimenticabile). È soprattutto a loro che si pensa in vista del nuovo Giubileo della Chiesa cattolica, tra un anno e mezzo, visto che quello straordinario indetto da Papa Francesco nel 2015 ha assunto forme organizzative, per così dire, diverse (l'apertura, ad esempio, della Porta Santa non fu limitata solo a San Pietro ma a decine di altre chiese). E ci si ragiona anche nell'auspicata prospettiva che sia sempre la Capitale ad ottenere l'assegnazione dell'Expo 2030, sulla scia dei buoni risultati ottenuti da Milano 2015 (e anche in questo caso con valutazioni prudenti degli economisti in sede di bilancio complessivo). Di sicuro, la nuova, possibile stagione dei grandi eventi in Italia mobilita soprattutto il turismo come dimostrano i numeri, a partire da quelli certificati dall'Istat per il Giubileo 2000: nelle strutture ricettive ufficiali italiane si registrarono 78 milioni e 747mila arrivi per un totale di 331 milioni e 43mila presenze, con un aumento rispetto all'anno precedente del 7,4% e ricadute positive al Sud e in generale in tutta Italia, tranne che nel Nord-ovest.

Per l'Esposizione universale di Milano invece, l'Osservatorio sul Turismo Travel ha parlato di 5,3 miliardi di ricaduta economica nei settori della ricettività e della ristorazione, di 4,1 miliardi tra commercio e svariate forme di intrattenimento e tempo libero, di altri 3,2 miliardi nel settore dei trasporti e di un aumento complessivo sull'occupazione pari a circa 87.000 nuove unità di lavoro.
I paragoni però vanno fatti con prudenza anche perché rispetto, ad esempio, al Giubileo di 23 anni fa alcune importanti condizioni sono cambiate.

Allora ad esempio non c'era il Pnrr che ha destinato alla voce “Caput Mundi” risorse aggiuntive per la realizzazione dell'evento 2025 già dotato di 1,8 miliardi (il totale sale così a circa 4 miliardi) con un nutrito pacchetto di interventi destinato alla Capitale (il primo ne prevede ben 87 tra i quali il sottopasso di Piazza Pia e il camminamento pedonale tra Castel Sant'Angelo e via della Conciliazione, con l'incognita dei tempi ridotti all'osso per portarli a termine). Anche per il Giubileo del 2000 su un totale di 800 progetti, sempre per Roma, quasi tutti realizzati tra il 1995 e il 2000, il totale degli investimenti ammontava a 1,88 miliardi di euro, il 43% dei quali ha finanziato opere infrastrutturali come l'autostrada per l'aeroporto di Fiumicino e l'Auditorium della musica. Erano previste anche 50 nuove chiese ma non tutte hanno visto la luce mentre una parte delle risorse coprì iniziative di comunicazione e la riqualificazione di strutture ricettive private.  

In quell'occasione però fu possibile destinare soldi ad altre istituzioni religiose in tutta Italia per interventi di riqualificazione delle chiese e sostenere altresì progetti per migliorare la mobilità delle aree più vicine alla Capitale. Oggi, Roma a parte, si ha notizia solo di un finanziamento di 500 milioni del ministero del turismo per sostenere i Cammini religiosi, una quarantina quelli monitorati dal dicastero in tutto il Paese, per i quali il nuovo Giubileo può comunque rappresentare un'occasione di conoscenza e dunque di potenziamento delle strutture organizzative.

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Religioso o non, il turismo resta insomma il principale favorito tra i settori interessati dalla prossima mobilitazione di massa. Nel 2000, Federalberghi parlò di «un anno record in assoluto nella storia del turismo italiano e dell'ospitalità» ed è indiscutibile che nel 2,9% di aumento di Pil (una delle rarissime volte in cui l'Italia crebbe più della Germania) il peso del Giubileo non fu trascurabile, anche se come spiega Bankitalia nello studio del 2019, l'impatto in termini occupazionali privilegiò solo le categorie a più basso valore aggiunto (costruzioni e servizi), con una perdita di competitività per leconomia della capitale che non è stata ancora del tutto recuperata. 

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