Il Papa annuncia l'accordo diocesi-comune per regolarizzare braccianti irregolari in Puglia

il cardinale Krajewski con i migranti del ghetto della Capitanata nel foggiano
il cardinale Krajewski con i migranti del ghetto della Capitanata nel foggiano
di Franca Giansoldati
Domenica 3 Novembre 2019, 14:06 - Ultimo agg. 15:50
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Città del Vaticano – Il patto che è stato siglato tra il Comune di San Severo, in Puglia e la diocesi locale – sotto la spinta di Papa Francesco - permetterà ai braccianti che vivono nel ghetto della Capitanata, una specie di inferno a cielo aperto, di ottenere la domiciliazione e l'iscrizione all'anagrafe. Un passaggio fondamentale che gradualmente potrà portare all'integrazione di migliaia di migranti, attualmente fantasmi sfruttati nelle coltivazioni del foggiano come schiavi per pochi euro l'ora.

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Papa Francesco all'Angelus si è rallegrato per questo passo in avanti.

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«Desidero porgere il mio sentito ringraziamento al Comune e alla Diocesi di San Severo per la firma del protocollo d’intesa avvenuta lunedì scorso 28 ottobre, che permetterà ai braccianti di ottenere una domiciliazione presso le parrocchie e l’iscrizione all’anagrafe comunale. La possibilità di avere i documenti d’identità e di residenza offrirà loro nuova dignità e consentirà di uscire da una condizione di irregolarità e sfruttamento. Grazie tante al Comune e a tutti coloro che hanno lavorato a questo piano». 

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Il mese scorso il Papa aveva spedito nel foggiano il cardinale Krajewski (diventato famoso per avere riattaccato agli abusivi di Roma la luce). Assieme all’arcivescovo di Foggia-Bovino, Pelvi, si era recato in due baraccopoli per incontrare migliaia di lavoratori agricoli, per la maggior parte migranti provenienti dall’Africa (principalmente dalla Nigeria, Ghana, Senegal e Gambia), che vivono in condizioni di grave precarietà a livello giuridico, abitativo e sanitario. 

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L’area della Capitanata, in provincia di Foggia, a prevalente vocazione agricola, è interessata da una forte presenza di lavoratori stagionali che si aggregano in insediamenti informali, occupando casolari abbandonati oppure costruendo vere e proprie baraccopoli.

La raccolta del pomodoro segna il massimo numero di presenze da luglio a settembre: in questi mesi di raccolta intensiva almeno 6.000 persone cercano riparo nelle baraccopoli.

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