Botte, violenza, agguati. La baby gang terrore di piazza Sempione agiva così per accaparrarsi vestiti di marca, Iphone, cuffie della Apple e soldi. Ma soprattutto per noia. Vittime erano giovanissimi come loro, minori, ma anche adulti. Come un gruppo criminale si erano strutturati con incarichi e ruoli precisi: «Se pijamo tutto, semo partiti da zero e semo già arrivati a buon punto, senza avecce nessuno dietro, quando c’avremo 20-25 anni ce saremo noi al controllo de Roma, tutti ci temono». I pestaggi venivano ripresi con lo smartphone. I responsabili delle scorribande sono stati, però, identificati e arrestati dai carabinieri della Compagnia di Montesacro.
Rapina, tentata estorsione, lesioni e minacce aggravate, sono i reati contestati in concorso ai quattro ragazzini tra i 16 e i 17 anni, italiani, figli di pregiudicati ma solo uno di loro con precedenti.
MALAMOVIDA E AUDIO
Le indagini, condotte dai carabinieri della stazione di Città Giardino, da ottobre 2021 fino ad aprile 2022, hanno consentito, attraverso acquisizione di video, testimonianze, analisi dei tabulati telefonici, ispezioni degli apparecchi telefonici in uso agli indagati e alle persone informate sui fatti e dalle analisi delle chat social, di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei ragazzi in merito a quattro precisi episodi. L’escalation criminale definita come «mala movida» in piazza Sempione, aveva generato un profondo senso di insicurezza da parte dei residenti e dei comitati di quartiere locali, tanto da invocare maggiori controlli e presenza da parte degli amministratori locali e delle forze dell’ordine.
I raid si verificavano sempre dopo le 23, concentrati nel week-end. In un caso uno dei giovani si è avvicinato alla vittima con un pretesto: «C’è qualche problema?». Poi gli ha chiesto 2 euro e ha tentato di spegnere la sigaretta sul suo viso prendendolo a schiaffi. Arrivati davanti a un locale, i buttafuori non fanno entrare i quattro bulli. E loro: «Voi non sapere chi siamo noi.. chiamiamo i nostri amici che vi chiedono il pizzo.. vi sparano.. v’ammazzano», poi li picchiano procurandogli un trauma a un occhio e la frattura del naso. A fratello e sorella di 17 e 16 anni dicono: «Chiamiamo gli albanesi e vi riempiamo di buchi». La banda era molto unita. In un audio uno dei ragazzi dice: «Sei er ciccione mio, saremo sempre uniti contro tutti... se pijamo tutto». I quattro si allenavano sul ring di boxe pronti a sfidare altre gang, come quella di Fidene: «Guarda che vengono in 300», dice uno; «stica.. je menamo a tutti... Tanto stupramo la gente...».