Salerno, picchiati dai baby bulli in classe: il racconto choc delle vittime

Gli adolescenti ascoltati dal giudice: ginocchiate, calci e minacce al figlio del poliziotto

Bullismo a scuola
Bullismo a scuola
Giovedì 21 Dicembre 2023, 04:45 - Ultimo agg. 22 Dicembre, 07:39
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Hanno confermato, in una delicatissima udienza a porte chiuse, i gravi atti di bullismo ai quali erano sottoposti tra i banchi di una scuola elementare del quartiere Torrione. È entrato nel vivo, con la deposizione delle presunte vittime, il processo su una drammatica storia di bullismo ai danni di tre ragazzini di appena dieci anni, divenuti vittime di due compagni di classe per l’intero anno scolastico 2017-2018. Ieri, davanti al giudice Squillaci, sono stati ascoltati in modalità protetta due, dei tre bambini oggi adolescenti, presi di mira dai bulli.

I minori, ascoltati dal giudice, hanno confermato quanto già reso nella denuncia che ha messo in moto il procedimento che vede ora a processo quattro maestre della scuola primaria accusate di maltrattamenti mediante condotte omissive in base a quanto disciplinato dall’articolo 40 del codice penale secondo cui «non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo». Lesioni personali aggravate è invece l’ipotesi di reato che pende sul capo del padre del baby bullo che non avrebbe impedito al figlio di compiere gli atti di violenza ai danni dei compagni di classe.

Inizialmente nell’inchiesta era finita anche l’ex dirigente della scuola primaria assolta poi dal gup all’esito dell’udienza preliminare.

Nel corso di una lunga e sofferta deposizione, i due minori hanno sostanzialmente confermato quanto già reso nella corposa denuncia. È in particolare la testimonianza di uno dei due ragazzini che, più degli altri avrebbe subito le violenze da parte dei compagni, a fare luce sulla vicenda. Figlio di un agente di polizia, il minore, i cui genitori si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Vincenzo Rispoli, ha raccontato al giudice di essere stato perseguitato e picchiato proprio a causa della professione del padre in nome dello slogan «dagli addosso al poliziotto». È infatti questo uno degli aspetti più inquietanti che sta emergendo dal dibattimento e che era stato già evidenziato dal pubblico ministero nel fascicolo in cui si parlava di «un ostentato atteggiamento di contrapposizione alle forze di polizia mutuato dal minore dal padre».

Svariati gli episodi ricostruiti dai ragazzi in aula: il più grave risale al 25 maggio 2018 quando uno dei tre ragazzini, durante le ore di lezione, fu aggredito dal baby bullo che, prima lo colpì con una ginocchiata agli occhi e, poi, lo spinse violentemente a terra. Portato in ospedale dai genitori e dimesso con una prognosi di due giorni, al piccolo alunno fu riscontrato un trauma all’occhio destro e un trauma cranico. Gli episodi di violenza si sarebbero però consumati ogni giorno all’interno della quinta classe della primaria di Torrione dove i ragazzini erano costretti a subire in silenzio i soprusi, le violenze e le angherie dei compagni senza che nessuna delle maestre ora imputate, facesse nulla, secondo la Procura, per impedire quelle condotte vessatorie che avevano trasformato per i minori la scuola, luogo di formazione per eccellenza, in un inferno.

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I due minorenni ieri in aula hanno ricostruito le violenze quotidiane alle quali erano sottoposti: ai pizzichi, alle ginocchiate, ai violenti spintoni e ai calci, seguivano le ritorsioni, le minacce e le ingiurie. I baby bulli gli rubavano la merenda, gli rompevano gli astucci dei colori, gli scarabocchiavano i libri e li distraevano dalle lezioni. Nel corso della deposizione i minori hanno raccontato anche di un grave episodio con uno dei bambini che tornò a casa con gli occhiali rotti. La denuncia scattò a fine anno scolastico quando i genitori di uno dei tre bambini si resero conto che, nonostante, tutti i tentativi di fermare quelle violenze, non erano riusciti ad ottenere nulla.

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