Scuola, Lazio: spunta l’ipotesi del rinvio all’11 gennaio. «Turni tutti da rifare»

Scuola, Lazio: spunta l’ipotesi del rinvio all’11 gennaio. «Turni tutti da rifare»
Scuola, Lazio: spunta l’ipotesi del rinvio all’11 gennaio. «Turni tutti da rifare»
di Lorenzo De Cicco
Lunedì 4 Gennaio 2021, 07:37 - Ultimo agg. 07:43
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Rinviare il ritorno in classe, ma solo di quattro giorni: dal 7 all'11 gennaio. Per permettere agli istituti superiori di ricalibrare i turni e adeguarsi alla doppia fascia d'ingresso fin qui osteggiata da presidi e prof. L'ipotesi del mini-slittamento è stata discussa nell'ultimo vertice tra i sindacati, la Regione e l'ufficio scolastico del Lazio, che fa capo al Ministero dell'Istruzione. A spingere per l'11 sono soprattutto le organizzazioni degli insegnanti di licei e tecnici.

«L'ipotesi c'è, la stiamo valutando», conferma Claudio Di Berardino, l'assessore regionale alla Formazione e alla Scuola. «Una decisione non è ancora stata presa, il governo per ora ha confermato la data del 7, dobbiamo vedere l'andamento dei contagi nelle prossime ore».

Ma il tempo stringe: al trillo della prima (teorica) campanella del 2021 mancano ormai 3 giorni scarsi. E anche la Pisana vuole mettere fine a questo clima d'incertezza, ecco perché la scelta, assicura Di Berardino, sarà formalizzata a stretto giro di posta. Probabilmente oggi.

Il bollettino di ieri del resto non lasciava molto margine all'ottimismo, con un nuovo balzo dei contagi: 1.681 positivi in un giorno, 406 in più di sabato, altri 24 morti. «L'ipotesi dell'11 - prosegue l'assessore - è stata avanzata dai sindacati e dai dirigenti d'istituto, che chiedono più tempo per organizzare i nuovi turni». La Cgil ieri è venuta allo scoperto: «Chiediamo di posticipare l'inizio delle attività in presenza perlomeno di qualche giorno, per permettere alle singole scuole di attrezzarsi». In Regione il titolare della Sanità, Alessio D'Amato, è in allarme da giorni: «Con questo livello di contagi le scuole non possono riaprire», è l'appello lanciato al governo.

Doppi turni

In attesa di capire quale sarà la data, le due fasce che scaglioneranno l'ingresso dei liceali, per sgravare i mezzi pubblici, sono state confermate dall'Ufficio scolastico regionale. Anche se con qualche rivisitazione: il 60% degli alunni delle superiori entrerà alle 8 di mattina, il 40% alle 10 (prima era il contrario). Una richiesta avanzata da molti presidi, che spiazza però altri dirigenti: così, dicono, dovremo rifare i turni da capo. «E anche il trasporto pubblico era stato tarato all'opposto, con la fascia delle 10 pensata per il 60% degli alunni», incalza Mario Rusconi, il capo dell'AssoPresidi di Roma. La circolare dell'Usr ieri ha ribadito l'obbligo, per tutti gli istituti, di spalmare le lezioni dal lunedì al sabato, lasciando però a casa gli studenti almeno una volta alla settimana, a rotazione. A discrezione dei presidi, l'ora di lezione potrà essere accorciata a 45 o 50 minuti, per evitare che la giornata in classe degli studenti - e dei professori - si allunghi troppo, fino al pomeriggio inoltrato. Per il Provveditorato non sarà possibile ridurre la quota del 50% delle lezioni in presenza (né quella del 75% prevista, sempre in teoria, dal 18 gennaio). I presidi che lamentano di essere corto di spazi dovranno rispettare le quote fissate dal governo.

Decine di istituti avevano chiesto una deroga. «Ma non finirà a tarallucci e vino», spiega il direttore generale dell'Ufficio Scolastico, Rocco Pinneri. «Le fasce sono state decise dal prefetto. Capiamo che attuarle sia gravoso e che comporti molte difficoltà, ma la tutela della salute va assicurata». Se qualcuno si incaponirà, senza giustificazioni, a mantenere il vecchio orario, «potremmo aprire procedimenti disciplinari, ma più delle nostre sanzioni credo che i presidi debbano temere le denunce penali dei genitori, in caso di contagi».

Più smart working

 

Capitolo trasporti: per alleggerire bus e metro, potrebbe aumentare lo smart working negli uffici pubblici. Cotral e Astral hanno chiuso il bando per mettere in pista complessivamente 620 pullman privati da affiancare ai bus; anche l'Atac ha arruolato i torpedoni turistici. E la rete ferroviaria dovrà garantire una corsa ogni 10 minuti. Tocca solo capire da quando.

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