Mi ha appassionato il dibattito sull'installazione della ruota panoramica in zona porto, soprattutto perché nemmeno a me piaceva l'idea. Eppure qualsiasi città abbia visitato, se c'era, sono salita su relativa grande giostra e guardare la città dall'alto mi è piaciuto, dunque perché a Napoli no? Prima dello stop ai lavori, cercavo punti a favore, ne avevo trovato uno: l'installazione doveva essere provvisoria. La provvisorietà è una delle tante lezioni napoletane, ti insegna a vivere nonostante tutto.
Presa da questi pensieri, vado a uno spettacolo al San Ferdinando. È il teatro di Eduardo: altrove sarebbe visitatissimo, qui raramente compare sulle mappe turistiche, è ignorato anche da molti residenti, la folla si ferma prima, ai ristoranti con la zuppa di cozze e ai chioschi con il nuovissimo cartello octopus broth.
E camminandola, questa grande via narrata da Anna Maria Ortese, tra stazioni metro, Museo archeologico, Orto botanico, incroci per entrare nella Sanità di Totò o scendere verso il Duomo di San Gennaro, ecco un'altra installazione provvisoria: gabbiotti di bagni pubblici. Doverosi, necessari, ci sono evidenze storiche di orinatoi in zona si veda la storia di Ernesto a Foria, da non confondere con il cantante ma viene da chiedersi: scusate, perché non abbiamo parlato (anche) qui di decoro?