Napoli, sospesi tra l’offerta turistica e la vivibilità

I napoletani gradirebbero uno studio per chi vive la città ogni giorno

Turisti a Napoli
Turisti a Napoli
di ​Raffaella R. Ferré
Sabato 20 Gennaio 2024, 11:14
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Sembra strano parlarne a gennaio, ma è adesso che, dicono i ben informati, bisogna cominciare a pensare alle vacanze estive. Per molti napoletani, però, non è solo questione di scovare una meta di villeggiatura a buon prezzo; il vero tema è come diventarlo o continuare ad esserlo.

Negli anni ‘80, Richard Butler – non il cantante, lo studioso – teorizzò un modello, per certi versi insuperato, sulle destinazioni turistiche e la loro evoluzione. Sei fasi: esplorazione della nuova area turistica, coinvolgimento sempre più ampio, sviluppo, consolidamento e, infine, la stagnazione. La parabola arriva qui al bivio: o la meta turistica vede innovazione o va verso il declino.

Questo significa che il numero di visitatori nel tempo è direttamente connesso con il livello di infrastrutture che il posto offre. Napoli vive da un po’ una fiorente età del turismo di massa: c’è chi dice che siamo all’apice, c’è chi ha già preso a piangere. Durerà? Finirà? In questo inizio anno, il sindaco Manfredi ha deciso di avviare, con l’Università Vanvitelli, un progetto di analisi e prospettive del brand Napoli.

L’intento è “individuare nuovi percorsi validi per migliorare l’attrattività della città”. Detto in parole più semplici e non esaustive, si sta cercando di capire su cosa e come puntare per rendere più “attraente” la nostra città. Progetto interessante, ma un pensiero va al cittadino che, attratto o meno, a Napoli ci vive e forse, dal Comune, gradirebbe servizi più di uno studio.

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