Pensavo fosse un partito, invece era una cappa

'è una gru dimenticata da anni, nella città che frana a ogni tempesta di vento

'è una gru dimenticata da anni, nella città che frana a ogni tempesta di vento
'è una gru dimenticata da anni, nella città che frana a ogni tempesta di vento
di Vittorio Del Tufo
Sabato 21 Gennaio 2023, 10:00 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 11:30
3 Minuti di Lettura

La lingua perduta delle gru 

C'è una gru dimenticata da anni, nella città che frana a ogni tempesta di vento. Venne montata dieci anni fa in via Aniello Falcone e da allora non è mai stata utilizzata, a causa del sequestro del cantiere. Per i residenti quella gru è un'ossessione, un incubo, un pugno nell'occhio. Ma è anche un rischio quotidiano per la sicurezza dei pedoni e degli automobilisti. La gru sorge a poche decine di metri dal luogo dove lunedì scorso, per il forte vento, è crollata un'impalcatura di quattro piani, mentre in strada passavano le auto. Dieci anni fa, sempre in quel tratto di strada, un tronco colpì l'auto di Cristina Alongi, uccidendola. Forse è arrivato il momento che qualcuno si occupi di quella inutile gru. 

De Luca e la sindrome di Stoccolma 


Pensavo fosse un partito, invece era una cappa.

La cappa che avvolge il Pd campano, da lunedì orfano del commissario regionale Francesco Boccia. Il quale, dopo aver rinunciato a interpretare in chiave politica il rapporto tra il suo partito e il governatore De Luca, ha scelto di farlo in chiave psichiatrica, evocando nientemeno che la Sindrome di Stoccolma, ovvero quel particolare stato di dipendenza psicologica e/o affettiva che lega le vittime ai loro aguzzini. Apprendiamo da Boccia, così, che i dem campani sono patologicamente dipendenti dal loro carnefice (De Luca). Sarà per questo, ci informa sempre Boccia, che nel partito «c'è una cappa». L'eterno psicodramma Pd, partito di cappa e spada. 

5

Mancuso lascia, i rifiuti restano 

La grana dei rifiuti, su cui moltitudini di assessori hanno sbattuto la testa, passa al prof Vincenzo Santagada, già titolare del Verde e della Salute. Paolo Mancuso lascia, ufficialmente, per motivi di opportunità: suo figlio magistrato è stato trasferito alla Procura di Napoli. Si tratta, a ogni modo, di un incarico ad interim, in attesa di individuare un nuovo assessore che si occupi di rifiuti e decoro urbano a tempo pieno. Magari portando a casa qualche risultato in più, a cominciare dalla pulizia delle strade. 

Città del libro senza libri

«Napoli città del libro» rischia di diventare solo uno slogan: buono per organizzare rassegne, o per raccontarci frottole. Con il restyling della Feltrinelli, che resterà chiusa fino a maggio-giugno, Napoli diventa «città senza libri». Se si esclude il centro storico, e i combattivi librai del Vomero, per il resto è il deserto. A Chiaia e Posillipo centomila abitanti sono senza librerie. Colpa del caro-affitti e delle utenze alle stelle. E poi, si sa, la cultura non paga: vuoi mettere un Kundera o un Saramago con un buon kebab? 

© RIPRODUZIONE RISERVATA