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La lingua perduta delle gru
C'è una gru dimenticata da anni, nella città che frana a ogni tempesta di vento. Venne montata dieci anni fa in via Aniello Falcone e da allora non è mai stata utilizzata, a causa del sequestro del cantiere. Per i residenti quella gru è un'ossessione, un incubo, un pugno nell'occhio. Ma è anche un rischio quotidiano per la sicurezza dei pedoni e degli automobilisti. La gru sorge a poche decine di metri dal luogo dove lunedì scorso, per il forte vento, è crollata un'impalcatura di quattro piani, mentre in strada passavano le auto. Dieci anni fa, sempre in quel tratto di strada, un tronco colpì l'auto di Cristina Alongi, uccidendola. Forse è arrivato il momento che qualcuno si occupi di quella inutile gru.
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De Luca e la sindrome di Stoccolma
Pensavo fosse un partito, invece era una cappa.
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Mancuso lascia, i rifiuti restano
La grana dei rifiuti, su cui moltitudini di assessori hanno sbattuto la testa, passa al prof Vincenzo Santagada, già titolare del Verde e della Salute. Paolo Mancuso lascia, ufficialmente, per motivi di opportunità: suo figlio magistrato è stato trasferito alla Procura di Napoli. Si tratta, a ogni modo, di un incarico ad interim, in attesa di individuare un nuovo assessore che si occupi di rifiuti e decoro urbano a tempo pieno. Magari portando a casa qualche risultato in più, a cominciare dalla pulizia delle strade.
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Città del libro senza libri
«Napoli città del libro» rischia di diventare solo uno slogan: buono per organizzare rassegne, o per raccontarci frottole. Con il restyling della Feltrinelli, che resterà chiusa fino a maggio-giugno, Napoli diventa «città senza libri». Se si esclude il centro storico, e i combattivi librai del Vomero, per il resto è il deserto. A Chiaia e Posillipo centomila abitanti sono senza librerie. Colpa del caro-affitti e delle utenze alle stelle. E poi, si sa, la cultura non paga: vuoi mettere un Kundera o un Saramago con un buon kebab?