Blocchi e barriera umana
«Ma qui i rifiuti tunisini»

Blocchi e barriera umana «Ma qui i rifiuti tunisini»
di Pasquale Sorrentino
Mercoledì 23 Febbraio 2022, 07:51 - Ultimo agg. 07:52
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Venti di tempesta soffiano sui rifiuti tunisini. I venti che potrebbero far slittare a domani il loro sbarco, i venti di tempesta che sono pronti a scatenare le amministrazioni ed i cittadini della Piana del Sele e quelli della Sra, l'azienda esportatrice che si scaglia contro Governo e Regione. I primi venti sono quelli del meteo. La nave Martine A dovrebbe entrare nel porto alle 10 di questa mattina per cominciare le operazione di scarico dei 213 container di rifiuti partiti da Sousse, in Tunisia. Il condizionale è legato alla situazione meteorologica di questa mattina: se i venti saranno troppo forti, lo sbarco slitterà di 24 ore. Non slitteranno invece le proteste degli amministratori della Piana del Sele.



Ieri è cominciato il presidio permanente dei sindaci e di alcuni cittadini nei pressi delle strade di accesso all'area militare di Persano. Poche persone, ben sapendo che il giorno dello sbarco è oggi, e alcuni striscioni contro Stato e Vincenzo De Luca. A comandare le fila - pacifiche - il sindaco di Serre Franco Mennella: «Faremo ogni azione possibile per evitare che arrivi qui il contenuto dei container. Non sappiamo di cosa si tratta e non possiamo permetterci di ferire la nostra terra». Venti di tempesta verso le decisioni della Regione e del Governo arrivano - da tempo - anche dalla Sra. «Da oltre due anni la nostra azienda - si legge in una nota - si sta opponendo fermamente a detta assurda scelta di rientro degli stessi operata sia dal Ministero degli Esteri che dal Ministero della Sviluppo Economico e dalla Regione Campania. Addirittura con una nota la Regione ha risposto ad una nostra richiesta che alla nave Martine A di Arkas con a bordo i 213 container è stato aggiunto un container contenente il rifiuto combusto proveniente dall'Impianto Soreplast». Su questo ultimo aspetto la Sra ha presentato denuncia ai carabinieri del Noe di Salerno. «Troviamo assurdo tutto ciò e ribadiamo le richieste di partecipare con nostri periti alle operazioni di scarico, alla rottura dei sigilli e alla caratterizzazione dei rifiuti». Operazioni queste ultime che dovrebbero avvenire nell'area militare di Persano. «La notizia di allocare i rifiuti di rientro dalla Tunisia nell'area di Persano ci ha lasciato davvero contrariati»: a denunciarlo è la senatrice del Movimento 5 Stelle Felicia Gaudiano. «Riteniamo che territori così incontaminati, il cui patrimonio geologico è strettamente collegato alla natura e al patrimonio culturale, meritino attenzioni ben diverse. La Piana del Sele ha già pagato un prezzo elevatissimo con la presenza concentrata di discariche, lo Stir, tanti impianti di trattamento privati ed i roghi. Il Comune di Serre ha già servito l'intera regione con la discarica di Macchia Soprana e con lo stoccaggio di ecoballe a Persano».

La Piana del Sele fa squadra per respingere i container. Il sindaco di Eboli, Mario Conte, si schiera al fianco dei cittadini di Serre. «La Piana del Sele ha già pagato un altissimo tributo ambientale. Battipaglia, Eboli o Persano non fa differenza. Si tratta di un unicum territoriale da difendere e valorizzare. La nostra vocazione è l'agricoltura ed il turismo, non la spazzatura. Intendiamo creare un comitato dei sindaci per percorrere insieme tutte le azioni legali che possano impedire l'arrivo dei containers nella Piana. Nonostante le rassicurazioni sul breve periodo di stazionamento dei rifiuti nell'area militare di Persano questa volta non vogliamo correre rischi. In passato gli stoccaggi provvisori sono durati anni. Chiediamo che la caratterizzazione, cioè l'esatta individuazione del contenuto di quei container avvenga altrove». Venti di tempesta soffiano sull'intrigo internazionale dei rifiuti partiti da Polla, arrivati a Sousse attraverso il porto di Salerno e ritornati a casa dopo quasi due anni di sequestro nel porto tunisino. E con il vento delle Procure che resta ancora da valutare.
 

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