«Mi fa sorridere che, con qualche lusinga, i grandi cerchino di portarci via i candidati». Più che un'accusa, quello di Simona Libera Scocozza, la candidata sindaco espressione degli attivisti del meetup Amici di Beppe Grillo, è uno sfogo che fotografa la situazione. Quando manca poco più di una settimana alla presentazione delle liste, in città è caccia ai candidati. Una sorta di battaglia parallela a quella ufficiale strillata sui social, imbrattata sui muri, giocata a colpi di santini. Una campagna acquisti silenziosa fatta sia per riempire le ultime caselle delle proprie liste che per svuotare quelle degli avversari. Del resto, stando ai proclami dei protagonisti, per riempire le liste che a loro dire dovrebbero essere in campo ci vogliono circa mille candidati.
«Io le liste le ho pronte racconta Scocozza - Ho preservato i miei candidati proprio per evitare avvicinamenti.
Ma la campagna acquisti non si limita ai candidati consiglieri. La speranza di riunire il centrosinistra non ha abbandonato Michele Ragosta. Che rivolge un appello a Scocozza e a Oreste Agosto. Ai quali, sostiene, «non può sfuggire il valore politico e storico di fare un passo indietro a favore della candidata sindaca Elisabetta Barone. Con tutti noi possono essere protagonisti di un cambiamento radicale dice il leader di Davvero ecologia e diritti - La loro passione politica nel nuovo governo cittadino può aiutare a cambiare Salerno». Più radicale, invece, è la delusione per «l'incredibile frantumazione della sinistra salernitana» del collettivo Sinistra civica plurale: «Gli interessi di bottega dei vari pseudo dirigenti locali hanno prodotto un proliferare di liste inutili e per di più dannose per le classi sociali di riferimento storico dicono Alessandro Longo, Raffaele Di Noia, Giuseppe Amodio - Potere al popolo, Rifondazione comunista, Sinistra italiana, Salerno di tutti, Articolo 1 andranno divisi nella prossima tornata elettorale, per di più senza simboli di partito e tutti nascosti dietro un guazzabuglio di liste civiche. Inneggiando alla necessità di un falso cambiamento, provano a nascondere la realtà fatta dal tentativo di ritagliarsi unicamente posizionamenti».