Crisci, l’agonia è finita:
sequestrata la salma

Crisci, l’agonia è finita: sequestrata la salma
di Petronilla Carillo
Mercoledì 18 Dicembre 2019, 06:20 - Ultimo agg. 06:35
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«A vedere quei corpi straziati ho avuto vergogna ad essere un uomo». Fu l’amaro commento del professore Antonello Crisci dopo aver eseguito l’autopsia sulle salme delle ventisei migranti giunte cadavere a Salerno. Perchè lui, anche se uomo di scienza, non ha mai barattato con nulla la propria sensibilità. E forse era proprio questo quel valore aggiunto che lo ha accompagnato nella sua brillante carriera di psichiatra e medico legale. «È stato l’unico che mi ha aiutato in un processo per omicidio a titolo gratuito - ricorda l’avvocato Paolo Carbone - è andato tre volte a Trani per visitare il cliente e non ha chiesto mai un rimborso spese. Antonello Crisci era questo». 

La scorsa notte il suo fisico, debilitato per un intervento non riuscito, ha smesso di combattere ed è morto in una clinica della Basilicata dove era ricoverato da mesi, per avere le cure necessarie ad accompagnarlo verso quello che sembrava un destino ormai segnato. Ma ieri mattina, quando si è diffusa la notizia del suo decesso, il suo corpo era di nuovo a Salerno, presso l’obitorio dell’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona dove il sostituto procuratore Maria Benincasa ha disposto il trasferimento: la salma è sotto sequestro e domani verrà sottoposta ad esame autoptico per accertare le cause della morte e verificare quelle che, al momento, sono solo ipotesi investigative.

A luglio del 2018 Crisci, nel pieno della sua carriera di consulente della procura di Salerno, si era sottoposto ad un banale intervento di colecisti. Ma dalla clinica Tortorella lo psichiatra è uscito solo in ambulanza, per essere trasportato d’urgenza alla Rianimazione del Ruggi. È partita da lì l’inchiesta della procura, su sollecitazione della famiglia che ha sempre voluto vederci chiaro su quanto accaduto in quella sala operatoria. Dieci le persone - tra medici e paramedici - iscritte da subito nel registro degli indagati per lesioni colpose. Ma ora, dopo la morte dello psichiatra, ci sarà un aggravamento del capo di imputazione in omicidio colposo. Anche perché la consulenza medico legale richiesta dal sostituto procuratore Benincasa ad un pool di periti (il professor Vittorio Fineschi, il professor Paolo Miccoli, la professoressa Maria Rosa Ciardi e il dottor Aniello Maiese) in 164 pagine, più un integrazione di un’altra decina di pagine, è molto chiara circoscrivendo le responsabilità a soli due indagati: «durante il primo intervento chirurgico di colecistectomia per via laparoscopica, si determinò una perforazione di un’ansa ileale che comportò lo sviluppo di una peritonite e la necessità di un secondo intervento. Orbene, essendo la perforazione di un’ansa ileale un errore esclusivamente riconducibile alla condotta chirurgica, si può affermare che siano ravvisabili profili di responsabilità a carico di soli due indagati. Non sono identificabili profili di colpa nella gestione tecnica del secondo intervento».

Nella stessa perizia il pool di esperti precisa anche che «dalla documentazione sanitaria presente in atti non risulta esserci alcun accertamento strumentale (ecografia) che permetta di stabilire in modo univoco la patologia del professor Crisci al momento dell’ingresso in clinica ovvero se si trattava di una collititiasi oppure di una colecistite litiatica cronica». Aggiungendo anche che «la cartella clinica presenta delle eclatanti lacune sia nella stesura e sia nell’anamnesi (non vengono riportati disturbi e frequenza di correlati alla litiasi biliare) sia dell’esame obiettivo».
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