Crisi a Salerno, vanno giù i protesti ma è boom di fallimenti

Crisi a Salerno, vanno giù i protesti ma è boom di fallimenti
di Sabino Russo
Venerdì 26 Settembre 2014, 12:30 - Ultimo agg. 12:31
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Protesti: Salerno si conferma quarta in Italia per importo complessivo. Seppure i dati emersi dall’analisi dell’Osservatorio economico provinciale della Camera di commercio indicano un sensibile calo degli assegni scoperti e del valore nel primo semestre, rispettivamente del 33 e del 39 per cento, il conto degli insoluti nel salernitano ammonta a quasi 27 milioni di euro, dietro solo a Roma, Milano e Napoli. Allarmante, inoltre, anche la situazione dei fallimenti, in aumento del 56 per cento. Quasi raddoppiate le procedure aperte dalle imprese edili.

Nonostante la contrazione dei protesti, dunque, Salerno si conferma appena al di sotto del podio tra le province italiane per numero di effetti protestati e per il monte di scoperto complessivo. A dimostrazione della crescente fatica di famiglie e imprese a onorare i loro impegni economici ci sono i dati relativi al valore medio degli assegni, che evidenziano l’esistenza di titoli protestati anche di modesta entità. A favorire questa situazione preoccupante contribuiscono le incertezze del momento economico, che producono una riduzione nelle transazioni commerciali, associata da un lato, a una maggiore cautela di consumatori e imprese ad assumere impegni economici e, dall’altra, a una maggiore sfiducia da parte dei potenziali creditori ad accettare pagamenti con titoli di credito. Nel primo semestre dell’anno in provincia di Salerno sono stati protestati 14.614 titoli di credito, per un volume complessivo di oltre 26,8 milioni di euro, con un importo medio pari a 1838 euro per titolo protestato. Rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, i protesti sono diminuiti complessivamente sia nel numero (-24,6 per cento) che negli importi (-38,5 per cento), a differenza dell’andamento registrato nel corso del 2013, che aveva evidenziato una contrazione degli insoluti solo in termini di numero, ma non di importo complessivo. Più in generale il saldo dei pagherò in Italia è diminuito del 24 per cento. In uno scenario caratterizzato dalla recessione, il conto degli insoluti arriva a 800 milioni di euro, contro i quasi 1,3 miliardi dello stesso periodo del 2013. Nello stesso periodo, i protesti levati nel Paese si sono ridotti complessivamente del 36,2 per cento in valore. La diminuzione ha riguardato tutte le tipologie di effetti: dagli assegni alle cambiali alle tratte. In particolare, gli assegni scoperti sono diminuiti di circa il 29 per cento, le cambiali del 19 e le tratte non incassate del 34,8 per cento.

A destare grande preoccupazione, però, è la situazione che riguarda i fallimenti nel salernitano. Se da un lato, infatti, calano i protesti, dall’altro si registra una decisa impennata nel numero di imprese fallite. Nel primo semestre dell’anno in corso sono state aperte in provincia di Salerno 123 procedure fallimentari, per un aumento pari al 56 per cento rispetto allo stesso periodo del 2013, a fronte di un andamento nazionale più contenuto. La maggior parte delle procedura salernitane, oltre i due terzi, ha riguardato società di capitali, tra le quali il fenomeno continua a crescere a ritmi sostenuti. Sull’aumento dei fallimenti registrati nel semestre pesa il contributo del commercio, che rappresenta il 34 per cento delle aperture totali. Significativa anche l’incidenza relativa di manifattura (23 per cento) e costruzioni (20 per cento). Sono proprio le procedure fallimentari di attività edili a conquistare il triste primato di crescita nel primo semestre dell’anno, raddoppiando rispetto allo stesso periodo del 2013.

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