Pontecagnano Faiano, indagata una salernitana nell'inchiesta sugli psicofarmaci ai migranti

A carico della amministratrice della Engel Italia l'interdizione dall'incarico per un anno

Il centro che ospita i migranti nel Potentino
Il centro che ospita i migranti nel Potentino
di Petronilla Carillo
Mercoledì 10 Gennaio 2024, 06:35
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Nell’inchiesta sul Centro di permanenza per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza, nella quale la Procura lucana contesta almeno 35 casi di maltrattamenti che i migranti trattenuti nella struttura hanno subito, soprattutto con la somministrazione di farmaci, c’è anche una indagata del Salernitano. Esattamente di Pontecagnano Faiano. Si tratta di Paola Cianciulli, amministratore della Engel Italia srl, che opera appunto nel settore dell’accoglienza e gestore dal 22 dicembre 2017 per conto della Prefettura di Potenza del Centro di Permanenza e Rimpatri di Palazzo San Gervasio. A suo carico è stata disposta dal gip del tribunale di Potenza la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare imprese o uffici direttivi di persone giuridiche e imprese operanti in rapporti diretti o indiretti con la Pubblica Amministrazione, comprese le società Engel Italia e Martinina srl interdicendo in tutto le attività a essi inerenti per la durata di dodici mesi. Disposto anche il sequestro preventivo 383.615.95 euro nella disponibilità di Engel Italia. La Cianciulli, assieme a ad Alessandro Forlenza, direttore responsabile per conto della Engel Italia del Centro presso Palazzo San Gervasio, assieme a ad un dipendente con funzioni amministrative che non è al momento destinatario di misure, è accusata di aver commesso frode nell’esecuzione dei contratti di appalto stipulati con la Prefettura di Potenza. In particolare il riferimento è a due convenzioni e alla successive proroghe. Nell’adempimento degli obblighi legati a queste convenzioni, avrebbero fornito agli stranieri extracomunitari ospiti del Cpr livelli di assistenza e di cura insufficienti a garantire loro le modalità di trattenimento idonee ad assicurare la necessaria assistenza ed il pieno rispetto della dignità umana così come pattuito con la Prefettura di Potenza. In particolare la Cianciulli con il direttore e il dipendente avrebbero disatteso gli adempimenti fissati nelle convenzioni dando servizi la cui completa e adeguata erogazione era indispensabile per garantire i bisogni primari della persona quali la nutrizione la cura della salute e dell equilibrio psico emotivo che risultavano carenti sia dal punto di vista quantitativo che da quello qualitativo e nello specifico per quanto riguarda l’ assistenza sanitaria. La Cianciulli, in particolare, autocertificava prestazioni indicando la propria responsibilità in ordine a determinati servizi pur non essendo presente. 


LA RICOSTRUZIONE
L’inchiesta copre un periodo di diversi anni ed ha portato all’arresto di un ispettore della Polizia di Stato, Rosario Olivieri, finito ai domiciliari, e alla notifica di tre interdittive. Gli indagati, ben nove, sono accusati a vario titolo di violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, calunnia e truffa aggravata ai danni dello Stato. Ad un medico di medicina generale è stata notificata la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione, per un anno, presso i Cpr, per maltrattamenti, falso ideologico e violenza privata pluriaggravata. 

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