Dora Lagreca, l’inchiesta va avanti. Il gip: no all’archiviazione: «Accertare com’è caduta»

Il giudice chiede al pm di verificare la traiettoria del volo della donna

I rilievi nell'appartamento
I rilievi nell'appartamento
di Pasquale Sorrentino
Giovedì 4 Aprile 2024, 23:45 - Ultimo agg. 6 Aprile, 09:41
5 Minuti di Lettura

MONTESANO SULLA MARCELLANA Altri sei mesi per scoprire la verità sulla morte di Dora Lagreca, la donna morta a Potenza dopo un volo dal quarto piano di una palazzina. Il giudice per le indagini preliminari del tribunale lucano ha dubbi sulla tesi del suicidio e ha così accolto, nei giorni scorsi, l'opposizione dei familiari della trentenne contro l'archiviazione del caso proposta dalla Procura. Era la notte del 9 ottobre del 2021, quando la 30enne originaria di Montesano sulla Marcellana, in provincia di Salerno, precipitò dalla mansarda dell'appartamento dove si trovava con il fidanzato Antonio Capasso.

Era completamente nuda, morì dopo un disperato trasporto all'ospedale di Potenza. Dopo alcuni giorni dalla caduta il fidanzato fu indagato per istigazione al suicidio. Il trentenne, di Potenza, nel corso di una delle sue deposizioni ha raccontato di un litigio per gelosia in seguito al quale la donna si sarebbe lanciata dal quarto piano dell’abitazione di via Di Giuria. La Procura di Potenza già in un'occasione aveva chiesto l'archiviazione del caso sposando la tesi del suicidio della giovane, e anche in quel caso la famiglia si era opposta attraverso il legale, l'avvocato Renivaldo Lagreca. Il gip aveva chiesto nuovi accertamenti da porre in essere nei successivi otto mesi che però non avevano soddisfatto la famiglia Lagreca. Di fronte alla nuova richiesta di archiviazione della Procura con una dura requisitoria del procuratore capo lucano, Francesco Curcio, che nuovamente avallava la tesi del suicidio, la famiglia si è nuovamente opposta depositando due perizie che hanno fatto sorgere un concreto dubbio nel gip.

L’opposizione

La famiglia di Dora Lagreca infatti anche con il supporto di un secondo legale, l'avvocato Cristiana Coviello, ha presentato due novità rispetto a quanto emerso in precedenza: la caduta a “candela” con il volto rivolto al muro e le spalle verso il vuoto e delle lesioni sul corpo della donna precedenti alla caduta. Le due perizie hanno quindi fatto sorgere il dubbio al giudice. «L’opposizione proposta è fondata. Dagli atti di indagine non è ancora possibile ricostruire con certezza la dinamica dei fatti» così il gip Salvatore Pignata, ha disposto gli ulteriori sei mesi di indagini sulla morte di Dora Lagreca. Non solo. Il Tribunale ha disposto anche nuovi accertamenti. Stavolta in incidente probatorio. Secondo il gip dagli atti di indagine ci sono due opposte ricostruzioni relative alla dinamica e alla traiettoria della caduta di Dora e va chiarita la verità. Ovvero se come suppone la Procura sia caduta con il volto rivolto all’esterno o come ricostruiscono i periti della famiglia con il volto rivolto verso il muro.

La dinamica potrebbe dare risposte sulla volontarietà o meno dell’azione. Inoltre sempre per il gip vi è una diversità di vedute da parte dei consulenti di parte sulla causa di alcune lesioni riscontrate sul corpo della ragazza salernitana. Non si comprende con certezza - stando al dispositivo del tribunale - se siano avvenute prima o dopo la caduta, se siano frutto di una colluttazione antecedente al volo o meno. Secondo il giudice quindi l’archiviazione richiesta dalla Procura non può ritenersi «completa, esaustiva e soprattutto risolutiva».

La perizia

In base a ciò è stata disposta una perizia fisico balistica e una perizia medico legale da assumersi in incidente probatorio per appurare le dinamiche della precipitazione di Dora e stabilire se le ferite siano compatibili con una condotta volontaria o siano da ricondurre a un’azione di terzi, e accertare le cause delle lesioni riscontrate sul corpo della ragazza. «I nuovi accertamenti in incidente probatorio potranno consentire ai nostri consulenti e a quelli dell’indagato di essere presenti. Soprattutto perché ci sono questi ulteriori elementi importanti da tener conto», così ha commentato la decisione del giudice, l’avvocato Renivaldo Lagreca. Il legale nel corso del tempo ha avanzato numerosi dubbi sia sulle modifiche delle dichiarazioni dell'indagato sia sugli accertamenti investigativi. «I rilievi scientifici della polizia e dei carabinieri hanno confermato che la caduta è avvenuta in modalità a candela – continua l’avvocato – significa che non c’è stato slancio, non c’è stato distacco dal fabbricato ma è caduta in maniera dritta. Inoltre c’è da chiarire un ulteriore aspetto. Il Ris dei carabinieri riconosce che la caduta è avvenuta con il viso rivolto al palazzo, la polizia sostiene che le spalle fossero rivolte alla parete del fabbricato e il viso verso il vuoto». «Siamo soddisfatti di queste ulteriori indagini e speriamo si vada verso la verità», questo è stato, invece, il commento della sorella di Dora, Michela, la quale da tempo sta portando avanti la battaglia per ulteriori accertamenti in quanto «siamo convinti che la nostra Dora non si sia suicidata».

© RIPRODUZIONE RISERVATA