Salerno, blitz anti droga: termina la fuga per Carraturo, resta irreperibile solo Masullo

Carraturo si occupava dell'organizzazione dei viaggi della sostanza stupefacente e dei siti a Salerno di stoccaggio

Un momento della conferenza stampa
Un momento della conferenza stampa
di Petronilla Carillo
Venerdì 3 Maggio 2024, 06:50 - Ultimo agg. 08:32
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Termina la fuga per Giuseppe Carraturo sfuggito al blitz antidroga di qualche giorno fa. Secondo gli inquirenti Carraturo sarebbe stato un «partecipe» dell’organizzazione criminale che faceva riferimento a Carmine Ferrara con il compito di organizzare le operazioni di recupero e trasporto della sostanza stupefacente individuando anche le ditte destinatarie dei carichi, i siti dove trasportare la merce e i vettori incaricati del prelievo e del trasporto della droga. Ancora irreperibile, invece, Alfonso Masullo, tra i promotori ed organizazione dell’affare.

L’operazione, seguita dai carabinieri del Ros, e coordinata dalla procura di Salerno, ha portato all’arresto di all’arresto di 14 persone: 9 in carcere, 3 ai domiciliari e un obbligo di dimora. Uno solo dei destinatari del provvedimento è ancora irreperibile. Il gip del tribunale di Salerno, in pratica, ha accolto tutte le richieste della procura anche se, in alcuni casi, non ha proceduto all’arresto in carcere. L’inchiesta ha confermato quelle che da tempo sono le ipotesi degli inquirenti: che lo scalo commerciale cittadino è un vero e proprio hub nazionale per l’importazione di droga dal Sudamerica e che esistono collegamenti tra i salernitani e gli ‘ndranghetisti, questa volta si tratta degli Alvaro di Sinopoli.

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È appunto il promotore del gruppo, Carmine Ferrara, ad essere finito sotto la lente di ingrandimento dei militari del Ros che hanno «studiato» tutti i suoi spostamenti e cercato, per trovarle, le corrispondenze tra le ipotesi investigative ed i fatti. Per il gip, dunque,Ferrara sarebbe stato un vero e proprio broker capace di diversificare i contatti con le varie organizzazioni criminali campane e tessere rapporti molto stretti con altri sodalizi di regioni limitrofe, ma con interessi su tutto il territorio nazionale. Il carico sul quale si sono incentrate le investigazioni- svolte con la collaborazione della guardia di finanza - e che hanno portato al blitz e all’esecuzione dei provvedimenti tra Salerno, Napoli, Torino, Treviso, Bari e Reggio Calabria: sarebbe stato quello sequestrato a marzo 2023 di 220 chili di cocaina nascosti in un container di banane proveniente dall’Ecuador ed imbarcato su una motonave battente bandiera libanese.

Un secondo maxi sequestro, avvenuto il mese successivo, ad aprile 2023, avrebbe invece acceso un faro sui rapporti campani dei salernitani: in quella circostanza, difatti, fu trovata oltre una tonnellata di marijuana occultata in un container carico di ceci partito dalla scalo canadese di Montreal e giunto nel porto di Salerno tramite un’azienda di import-export di Poggiomarino: la merce era destinata al mercato napoletano dell’area vesuviana.

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