Sarno, la storia di mamma Nunzia: «Luis Gustavo e Tailane, i miei due figli nati dal cuore e non dalla pancia»

Il racconto di una doppia adozione: "Tre anni di attesa, poi finalmente quella chiamata. Ora siamo una famiglia allargata"

Mamma Nunzia con il marito e i figli Luis Gustavo e Tailane
Mamma Nunzia con il marito e i figli Luis Gustavo e Tailane
di ​Rossella Liguori
Domenica 14 Maggio 2023, 04:30 - Ultimo agg. 15 Maggio, 09:43
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«Olha, mãe e pay». Le porte dell’ascensore del tribunale di Rio de Janeiro si aprono all’improvviso. Ed è lì che si compie un destino. È il 2015. Nunzia e Salvatore sentono una voce venire dal lungo corridoio dove l’aria è quasi asfissiante. Tre parole in portoghese messe insieme d’istinto che disegnano già i tratti di una vita nuova, che prende una forma straordinaria. «Guarda, mamma e papà».

È lì che l’ansia si scioglie e diventa gioia, in quel momento il viaggio ha toccato davvero la meta che non è un posto, è un sentimento. È l’approdo. Le parole sono di Tailane, 5 anni, si rivolge al fratello Luis Gustavo, 7 anni. Quella frase è come una melodia con un eco infinto che raggiunge Nunzia Crescenzo e Salvatore Russo, entrambi di Sarno, mentre le porte dell’ascensore si chiudono alle loro spalle.


«L’incontro doveva avvenire in una stanza, - racconta Nunzia - così ci siamo ritrovati davanti i nostri figli. Avevano visto le nostre foto e ci avevano subito riconosciuto. Ci siamo abbracciati e da lì abbiamo cominciato ad essere famiglia».

Dall’Italia in Brasile un viaggio in 2, e poi, da Rio de Janeiro a Sarno in 4. «A loro - sottolinea Nunzia - ho sempre detto che non sono nati dalla mia pancia, ma sono certamente nati dal mio cuore». Una storia di adozione è in cui l’amore è tratteggiato di speranza e fiducia, ma anche di coraggio dinanzi a percorsi troppo spesso lunghi e non facili.

«A seguito di alcune gravidanze non portate a termine, un difficile percorso tra ospedali, io e mio marito abbiamo deciso di intraprendere il percorso dell’adozione. Man mano che percorrevamo questa strada abbiamo cambiato il nostro punto di vista, non più alla ricerca di un “bambino per noi”, ma noi stessi disposti ad essere una mamma e un papà per qualcuno che da qualche parte già c’era e ci aspettava. Nel nostro caso più di uno. Dalla nostra firma sul foglio di richiesta fino all’arrivo dei nostri figli sono trascorsi 3 anni, impiegati tra assistenti sociali e tribunale, ma soprattutto incontrando famiglie adottive e in attesa, una full immersion nelle storie di vita di chi prima di noi aveva fatto questa scelta. Ricevuta l’idoneità all’adozione dopo un anno, ci siamo rivolti ad un’associazione per le adozioni internazionali, in Italia non siamo ancora pronti. Abbiamo individuato l’America del Sud. Dopo poco tempo, stavo tornando a casa da lavoro e il mio telefono ha cominciato a squillare di continuo, non volevo rispondere, avrei perso il treno. Mi sono fermata, qualcosa mi diceva fosse importante. Una voce dall’altra parte: “Li abbiamo trovati!”. Mi si è fermato il cuore, come quando appare la seconda linea sul test di gravidanza. Ebbene sì, ero incinta».
 

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Come accade spesso, il destino è capace di compiere meraviglie: l’adozione congiunta. Tailane e Luis Gustavo avevano altri due fratelli e sarebbero stati adottati da un’altra coppia. E, quindi, una condizione del giudice brasiliano, che i bimbi potessero continuare ad essere fratelli anche in Italia. «Nessun dubbio – dice Nunzia - l’idea della famiglia allargata non ci spaventava, quando abbiamo scoperto chi fosse l’altra coppia siamo stati felicissimi. Subito a casa tutti e quattro a pianificare il viaggio, fare le valigie e partire. Come dice mia figlia Tailane, “è una storia complicata” quando deve spiegarlo a qualche sua amica. Oggi Luis Gustavo ha 14 anni, è nel pieno della sua adolescenza, frequenta la terza media, è uno sportivo ed ha tanti sogni; Tailane ha 12 anni, più decisa, frequenta la seconda media, gioca a calcio, di sangue brasiliano, dipinge e sogna di diventare un’artista».

Nunzia lavora per Poste Italiane, impegnata nella gestione operativa del recapito. Importante il sostegno al lavoro dei colleghi. «Hanno organizzato una festa a sorpresa con regali da portare ai bimbi in Brasile. Poste per me è una seconda famiglia, poter contare su un’azienda ed un gruppo di lavoro in momenti così delicati non è affatto scontato».

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