Pontecagnano Faiano in ansia per Francesco Flauto, detenuto in Romania e malato di cancro

Per sette volte il suo avvocato chiede i domiciliari, la lettere della mamma: rispettate il suo diritto alla salute

Francesco Flauto
Francesco Flauto
di Petronilla Carillo
Martedì 6 Febbraio 2024, 06:50 - Ultimo agg. 10:55
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Francesco Flauto come Filippo Mosca, anche lui recluso in condizioni «disumane» nel carcere di Porta Alba di Costanza in Romania. Anche per lui, come per il 29enne siciliano, l’accusa è di traffico internazionale di droga. Francesco ha però un problema in più: è gravemente malato. Nonostante abbia solo 32 anni, ha una cartella medica che racconta di tante problematiche sanitarie tant’è che, nonostante l’arresto il 30 aprile del 2023, la madre ha continuato a prenotargli visite oncologiche e dialisi sperando in una pena alternativa alla custodia cautelare e, quindi, in un suo conseguente rimpatrio. Ma ciò non è avvenuto.

Stanotte, intanto, sono scaduti i termini per la presentazione di un appello da parte del procuratore che chiedeva per lui una pena maggiore: Francesco è stato condannato a quattro anni e due mesi di reclusione perché gli hanno riconosciuto il traffico internazionale di droga, reato che lui non avrebbe commesso in quanto la sostanza trovata nella sua stanza era stata acquistata in Romania.

«Soltanto nei prossimi giorni - spiega il suo legale di fiducia - sapremo se dovremo tornare in aula: ci vuole tempo perché ci sia comunicata la presentazione del ricorso». Per sette volte l’avvocato Michele Sarno ha chiesto per Flauto, residente a Pontecagnano Faiano, gli arresti domiciliari; per sette volte gli sono stati negati nonostante la famiglia avesse preso in affitto una casa proprio in Romania, presentando anche un regolare contratto, sperando in una pena alternativa.

Inascoltato anche l’appello della madre al giudice Bogdan Mihai Dumitru e al procuratore Bejan Vasile fatto attraverso una lettera protocollata il 31 agosto scorso. 

Nella missiva la donna chiedeva spiegazioni sul diniego della revoca della misura cautelare dal momento che il figlio «ha - si legge nelle carte - delle situazioni di salute particolari e deve seguire una certa prassi in termini di controlli, igiene, alimentazione. Si chiama diritto alla salute». La madre, Anna Troisi, in quella lettera fa anche appello al «baluardo di tutte le Nazioni: giusta punizione, opportunità e perdono. Ovviamente il giudice deve dare a ciascuno di questi elementi il peso specifico. Nella sentenza emessa a carico di mio figlio il 25 agosto (2023, ndr) non c’è nulla di tutto questo». 

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Francesco Flauto viene tratto in arresto con la contestazione di spaccio di sostanze stupefacenti aggravato dall’aver importato la droga da altro paese straniero, l’Italia. In realtà era andato in Romania con la fidanzata per assistere ad un festival musicale. È lì che ha comprato della ketamina, prodotta in Romania, poi ritrovata nella sua stanza d’albergo, per circa 0,80 grammi. Rinvenuti anche 330 euro in contanti ed un bilancino di precisione. Secondo il racconto del giovane quella sostanza, presa sul posto, serviva a rivenderla per potersi pagare la vacanza. Del resto nelle carte dell’inchiesta non mancano intercettazioni che lo inchiodano con ragazzi che lo contattano per l’acquisto. Ma la droga non era stata importa: al suo arrivo in Romania, difatti, era stato sottoposto ad un’accurata ispezione corporale che aveva dato esito negativo. Le stesse intercettazioni che lo inchiodano all’attività di spaccio, confermano – secondo quanto riferisce l’avvocato Sarno – anche che il 32enne non è in grado di far riferimento a corrieri esterni alla Romania. Ad ulteriore riprova, Flauto dà agli inquirenti il numero di telefono del soggetto da cui avrebbe acquistato la droga. 

«In più occasioni – dice l’avvocato Sarno – ho avanzato richiesta di revoca o gradazione della misura sulla scorta del corretto comportamento processuale tenuto dall’imputato e delle gravissime patologie tumorali da cui è affetto: per un tumore viene asportato il testicolo, successivamente gli viene asportato il rene ed infine gli vengono asportati 10 centimetri di massa per un tumore del tipo teratoma insistente sull’addome cd mediastino. Nonostante un tale drammatico quadro non gli vengono concessi neppure gli arresti domiciliari». In relazione ai protocolli medici internazionali per un adeguato trattamento sanitario il carcere romeno dovrebbe prevedere un adeguato piano alimentare ed adeguate condizioni igienico-sanitarie, invece era in una cella di 30 metriquadrati dove alloggiavano 24 persone e solo dopo lo scandalo i sono stati ripartiti in numero di sei in 4 celle. 

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