Baronissi, perde il reddito di cittadinanza e tenta il suicidio: «Davanti a me c'era il buio, ma ora voglio lottare»

La donna di Baronissi si era sdraiata sui binari: "Mi hanno lasciato da sola, non potevo pagare l'affitto. A chi sta come me dico di non mollare"

Clara D'Aniello
Clara D'Aniello
di Paola Florio
Venerdì 1 Settembre 2023, 06:10 - Ultimo agg. 10:18
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«Voglio che tutti sappiano il gesto che ho fatto perché le persone che vivono i miei stessi disagi non debbano trovarsi nella mia situazione», esordisce così Clara D’Aniello, la donna di 55 anni che nei giorni scorsi ha tentato di farla finita stendendosi sui binari della ferrovia a Baronissi, a salvarla il suo cagnolino Charlie che, nel momento del passaggio del convoglio, ha tirato così forte il guinzaglio da far cambiare la posizione alla sua padrona tanto da farla spostare così da evitare il peggio. Clara è rimasta, però, ferita alla testa perché la ruota del treno l’ha comunque urtata. Ma è andata bene considerando che lei è andata su quei binari con l’intenzione di morire. 

«Ho scritto una lettera che ho messo nel mio zainetto nella quale – dice - spiegavo le motivazioni del mio gesto di cui molte responsabilità ne hanno i miei familiari oltre ad un senso di solitudine perché nessuno mi ha ascoltata.

Un’altra lettera, invece, l’ho lasciata a casa era indirizzata al proprietario della mia abitazione per chiedergli scusa per il disagio che gli avrei arrecato, ma sapevo di non poter più pagare l’affitto già da questo mese di settembre e, dopo aver ricevuto tante porte sbattute in faccia per tanti mesi, ho visto solo il buio quindi ho preso il mio cagnolino e sono andata sui binari ed ho pensato che sarebbe finita presto ed avrei raggiunto quella serenità che non ho mai avuto, ma Chiarlie a quanto pare non era d’accordo, è stato lui a salvarmi, lui è il mio eroe». Esasperata ma lucidissima, Clara è un fiume in piena, sembra aver rielaborato la sua disperazione trasformandola in rabbia e voglia di lottare: «per tutte quelle persone che si trovano in condizione di disperata solitudine, che non hanno voce e stanno per mollare, parlo anche per loro – dice – questa sarà la mia battaglia». Sembra un torrente carsico che riemerge in tutta la sua forza per denunciare la mancanza di ascolto e di considerazione verso gli ultimi. 

Il suo racconto inizia proprio dagli ultimi cinque mesi. Lei, che ha vissuto a Torino fino ai 34 anni e poi è tornata con la famiglia a Baronissi dove ha trovato solo lavori a nero, poi la malattia del padre, a cui ha badato fino alla sua morte avvenuta nel 2019 «senza ricevere l’aiuto di nessuno» afferma, e una forma depressiva per la quale è sotto cura, non le hanno permesso di lavorare. Il suo unico mezzo di sostentamento era il reddito di cittadinanza e quando ha saputo che a giugno l’avrebbero tolto si è rimboccata le maniche. «Già da fine marzo – racconta - ho iniziato a recarmi in Comune, ho parlato con gli assistenti sociali senza ottenere risposte concrete, perciò ho raggiunto il Centro per l’Impiego a Mercato San Severino per aggiornare il cedolino da riportare al Comune e consegnarlo proprio agli assistenti sociali i quali mi hanno risposto che il mio nominativo non c’era. Intanto ho chiamato più volte la segreteria del sindaco Gianfranco Valiante per chiedere un appuntamento, ma, a parte la prima telefonata a cui ho ricevuto risposta e durante la quale ho spiegato i motivi per cui avevo necessità di incontrare il sindaco, le altre sono andate a vuoto. Ho atteso tutti questi mesi una telefonata, ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. Tutto ciò che chiedevo era la possibilità di trovare un lavoro. Dopo il mio gesto, invece, sono stata chiamata e accolta dal sindaco Valiante e non vorrei che passasse il messaggio sbagliato che se non fai qualcosa di eclatante nessuno ti ascolta. Abbiamo il diritto di essere ascoltati e le Istituzioni hanno il dovere di essere presenti».

Riguardo a questo aspetto si era registrato, proprio nei giorni scorsi, un botta e risposta via social tra il sindaco Valiante, che asseriva che la signora Clara non aveva mai fatto richieste al Comune, ed il consigliere comunale Serafino De Salvo, che invece aveva stigmatizzato il mancato riscontro da parte dell’ente alle richieste di aiuto. Ed è stato proprio tramite il consigliere De Salvo che è arrivata una proposta di lavoro da una importante società di ristorazione del posto che si è detta disponibile ad accoglierla nel proprio gruppo una volta ristabilitasi. «Ringrazio quanti hanno mostrato la loro solidarietà e la loro vicinanza alla mia persona, è soprattutto grazie ad essi – sottolinea Clara - che ho ritrovato la voglia di risalire dal fondo e di lottare. Sono davvero grata all’imprenditore che si è fatto avanti proponendomi una possibilità di lavoro con il quale, appena sarò in condizione, avrò un contatto di persona».

Ma Clara non dimentica i suoi “angeli custodi” che l’hanno soccorsa non appena il treno si è fermato. Sono i macchinisti, tutto il personale del convoglio, la capotreno e alcuni poliziotti. In particolare la capotreno che si è presa cura del suo cagnolino mentre lei era in ospedale evitando che finisse in un canile, ed ha aperto anche una raccolta fondi per coprire le spese vive di Clara, dal fitto di casa alla spesa. Intanto, ieri gli uffici sociali del Comune l’hanno presa in carico per cercare di ristabilire una corretta procedura del suo iter.

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