Cetara, per Manuel non c’è speranza. Familiari e amici affranti: «Trovate almeno il corpo»

Il cuoco 29enne inabissato in mare, ricerche senza esito dopo tre giorni. Test per i due amici con lui in barca, uno risulta positivo alla cannabis

Manuel Cientanni
Manuel Cientanni
di Brigida Vicinanza
Giovedì 17 Agosto 2023, 07:00 - Ultimo agg. 07:30
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Sono sotto choc e increduli, letteralmente senza parole e con il fiato sospeso per il recupero di quel corpo che il mare ha preso con sè. Gli amici di Manuel Cientanni, il giovane ancora disperso nelle acque della Costiera Amalfitana dopo l’incidente che sembra essergli costato la vita la vigilia di Ferragosto tra Cetara ed Erchie, non si danno pace. «Manu cosa ci hai combinato?», scrive un’amica sui social, condividendo quella foto in cui allarga le braccia quasi a prendersi tutta la vita di cui era capace con sé, tra il cielo azzurro e il sorriso sotto gli occhiali da sole. Manuel viveva a Pontecagnano Faiano con la famiglia, dove era conosciuto da tutti e dove gli amici di una vita non hanno più parole dopo quanto accaduto il 14 agosto. 

Inspiegabile, secondo molti. Come inspiegabile la scomparsa del suo corpo che il mare, quello che tanto amava, non ha ancora restituito all’abbraccio della mamma, del papà e del fratello che si sono stretti nel silenzio e nel dolore davanti a qualcosa di assurdo. A Manuel piaceva il mare e amava la vita e il divertimento, il senso di libertà che l’acqua è capace di trasmettere. Era uno chef e amava sperimentare: non era alle strette dipendenze della Lega Navale di Salerno ma lavorava per una società che d’estate vi offre servizio bar e ristorazione. La città che lo aveva richiamato a sé (dopo alcune esperienze al Nord) e che amava, come amava divertirsi con gli amici che ora provano a consolarsi tra una riga e l’altra, sulle pagine social, piene di ricordi. «Non ci credo. Alla mente infiniti ricordi - scrivono - le scuole medie e noi, ragazzini che nel cuore avevano mille sogni. Non doveva andar così». Una fatalità probabilmente ha strappato Manuel dalle braccia sempre aperte alla vita, tra lavoro e momenti liberi e famiglia. E così, Manuel e due amici (un 19enne marocchino e un 33enne dell’Est Europa da anni residente a Salerno) avevano deciso di trascorrere una giornata di spensieratezza aspettando Ferragosto, noleggiando una barca e pranzando in un ristorante a Conca de’ Marini, come testimoniano le tante stories che aveva postato lo stesso 29enne. Poi, sulla rotta verso casa, qualcosa è andato storto. Stando ad alcune ricostruzioni, grazie a quanto riferito dagli amici presenti a bordo, Manuel è stato sbalzato in acqua intorno alle 16.30 per un’onda o una manovra sbagliata. L’amico alla guida del natante da 6 metri ha probabilmente provato a recuperare il ragazzo caduto in mare e per facilitargli la risalita ha effettuato una retromarcia, colpendo Manuel con l’elica della barca dal motore 40 cavalli. Nel frattempo, l’altro amico pare si sia tuffato per tentare di salvare l’amico, rimanendo a sua volta ferito, ma lo specchio dell’acqua ha riportato a galla soltanto una enorme chiazza rossa Le ricerche e le indagini, guidate dal sostituto procuratore Luigi Alberto Cannavale, continuano ininterrottamente da più di 72 ore. Sembra che uno dei giovani sia anche risultato positivo al test tossicologico per le droghe leggere. Intanto ieri, a supporto delle squadre già impegnate nelle ricerche, i sommozzatori dei Vigili del Fuoco hanno avuto a disposizione il Side Scan Sonar, uno strumento che consente un più ampio e dettagliato raggio d’azione per il controllo del fondale marino su una batimetrica di 44 metri. In superficie, invece, il pattugliamento della motovedetta CP 581 della Guardia Costiera di Salerno e il pattugliamento aereo mediante elicottero che sorvolato anche la zona del porto della città di Arechi, dove è stata allestita anche una base per le attrezzature e il cambio dei sommozzatori. Intanto il silenzio della famiglia è stato spezzato soltanto per un attimo, da un cugino di Manuel che - ai microfoni della Rai - con la voce rotta dalla commozione ha sperato «che venga restituito almeno il corpo, non si può morire così». Sui social, un fiume in piena: «Eri un ragazzo umile e pieno di valori», ha scritto uno storico amico. «Sono senza parole, l’avevo sentito nel primo pomeriggio tramite messaggi prima della tragica notizia. Era un ragazzo eccezionale, morire così è assurdo», ha raccontato poi Marco, che conosceva Manuel Cientanni fin da bambino, probabilmente tra gli ultimi ad aver avuto contatti con lui. 
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