Ucciso dal portone della pasticceria a Nocera Inferiore, il gip ordina il processo

Un 60enne fu colpito alle spalle dall’anta dell’uscio di una pasticceria: morì sette mesi dopo in ospedale. Il gip ha deciso l’imputazione coatta per il titolare: «Aveva l'obbligo di adeguata custodia della porta»

L'incidente
L'incidente
di Nicola Sorrentino
Sabato 11 Novembre 2023, 07:35 - Ultimo agg. 16:35
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Fu colpito alle spalle dall’anta di un portone, che fungeva da ingresso ad una pasticceria. Riportò danni serissimi fino alla morte, che arrivò dopo sette mesi di ricovero in ospedale. Ci sarà il processo. Lo ha deciso il gip del tribunale di Nocera Inferiore, che ha respinto l’archiviazione chiesta dalla procura nell’indagine sulla morte di Aldo Ruggiero, commerciante di 60 anni deceduto il 12 agosto del 2022. L’incidente si verificò l’11 gennaio di quell’anno, lungo Corso Vittorio Emanuele

La famiglia - assistita dal legale Eduardo Sorrentino - si era opposta all’archiviazione. Il gip ne ha condiviso il contenuto, disponendo l’imputazione coatta per un commerciante, titolare dell’attività, difeso dall’avvocato Francesco Vicidomini. Quel pomeriggio, pur con l’attività chiusa, l’indagato si recò al suo interno per delle commissioni. La vittima - come dimostrato da un video - giunse in prossimità della pasticceria, fermandosi poi, a guardare il cellulare. Ad un tratto, l’anta del portone si spalancò a causa del vento, colpendo con violenza l’uomo alle spalle. Il 60enne finì a terra, battendo con violenza il volto. Ricoverato in rianimazione, riportò lesioni serie al midollo e alla colonna vertebrale. Fu la moglie a sporgere denuncia, sostenendo come il gestore della pasticceria non avesse ancorato il portone, lasciandolo socchiuso. Pur con l’intervento chirurgico, le condizioni di Ruggiero non migliorarono: troppo seri i danni riportati. 

Il decesso si registrò sette mesi dopo l’incidente. Il medico legale sostenne la sussistenza causale tra l’evento e la morte stessa della vittima. Per il pm, tuttavia, l’indagine andava archiviata: richiamando anche memorie difensive del legale dell’indagato, l’evento si realizzò attraverso tre cause simultanee: la sosta del pedone dinanzi al portone, la raffica di vento e il transito di un’auto, che aumentò l’intensità della spinta dell’anta di legno. Quel giorno c’era un’allerta meteo che poco prima dell’incidente era terminata. Dunque, «alcuna condotta conforme a parametri di prudenza poteva esigersi dall’indagato». Per il gip Giovanni Pipola le argomentazioni però non sono condivisibili. L’indagato, spiega, aveva «l’obbligo di adeguata custodia della porta della pasticceria da lui gestita, al fine di evitare che questa potesse costituire pericolo per i terzi che si trovavano a passare». In ragione delle condizioni meteorologiche caratterizzate da forte vento, infatti, «era certamente prevedibile per l’uomo di media diligenza» l’adozione di “semplici accorgimenti” che avrebbero evitato il tragico evento.

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Per il giudice non vi furono, insomma, circostanze imprevedibili tali da non spingere l’indagato a prendere precauzioni. Ora il pm ha dieci giorni per formulare il capo d’accusa di omicidio colposo e chiedere il processo.

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