Omicidio Marzia, Annamaria Vacchiano terrorizzata in aula non risponde alle domande del gip

Incidente probatorio a Salerno per l'omicidio di Marzia Capezzuti: Annamaria e la madre Barbara per la prima volta insieme

Marzia Capezzuti
Marzia Capezzuti
di Petronilla Carillo
Giovedì 18 Maggio 2023, 06:28 - Ultimo agg. 13:04
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Per lei il gip Alfonso Scermino aveva organizzato un percorso «protetto» per arrivare in tribunale. E ha cercato di proteggerla anche dagli sguardi dei suoi familiari, in particolare della madre Barbara Vacchiano, attraverso degli enormi pannelli posizionati dalle prime ore della giornata di ieri nell’aula 8 al piano terra della palazzina che ospita il settore penale, in cittadella giudiziaria. Ma non è bastato tutto ciò a calmare Annamaria Vacchiano, spaventata ed agitata a tal punto da non riuscire a pronunciare neanche la propria data di nascita.

La voce non le usciva. È stato il giudice per le indagini preliminari a fare le domande mentre lei si limitava ad annuire con la testa. Poi un flebile filo di voce è uscito, tremante, quasi afono, quando ha dovuto leggere la formula di giuramento, fermandosi troppe volte. Annamaria non ce l’ha fatta. L’incidente probatorio di ieri per lei, che aveva avuto il coraggio di denunciare l’assassinio di Marta Capezzuti da parte della sua famiglia, è terminato 30 minuti dopo l’arrivo in aula: si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Sia riguardo al giudizio in essere e sia perché indagata in procedimento connesso. Lo sguardo triste, gli occhi cerchiati di chi non dorme da giorni, Annamaria si è presentata davanti al gip Scermino in tutta la sua fragilità: maglia di lana bianca, salopette di jeans che metteva in evidenza il suoi pancino di mamma. Accanto a lei il suo avvocato, Stefania Pierro. 

Bulletto il fratellino quindicenne, arrivato da Nisida con un unico obiettivo: vedere e parlare con la madre. Ma, nonostante la richiesta del suo legale, l’avvocato Francesco Rocciola, non è stato autorizzato dal gip. Anzi, il giudice Scermino ha disposto per lui che fosse sistemato in una cella lontana da quella della mamma. Il ragazzo ha avuto per tutto il tempo un’aria boriosa, forse ancora inconsapevole della gravità dei fatti per i quali è finito in istituto di pena minorile. Barbara Vacchiano, il figlio Vito Vacchiano e il marito Damiano Noschese (difesi tutti dall’ avvocato Pierluigi Spadafora) sono sembrati anche loro indifferenti a tutto. Barbara non faceva altro che guardate il soffitto, poi il muro, con aria quasi annoiata. In aula anche gli avvocati Nicodemo Gentile e Carmela Landi, per i genitori Marzia Capezzuti. Da parte degli indagati, comunque, nessun cenno di rimorso o di tentennamento rispetto alla posizione di innocenza da loro sempre portata avanti.

Il 15 maggio scorso il tribunale civile ha decretato la decadenza della genitorialità per Barbara Vacchiano e il marito Damiano Noschese, preludio di un decreto di adottabilità per i due minori: il 15enne e il fratellino di 8 anni che è ora in casa famiglia. Ma le indagini potrebbero non finire qui. La gravità dei fatti e il silenzio di molti che erano a conoscenza delle torure e delle violenze alle quali era sottoposta Marzia, potrebbero indurre la procura di Salerno, di qui a breve, ad aprire altri fascicoli d’inchiesta uno sull’assistenza non data ad una ragazza che aveva problemi di handicap e uno che potrebbe riguardare gli altri giovani minorenni, alcuni protagonisti di un video dove Marzia veniva prima invitata a fumare e poi seviziata e altri che sapevano cosa accadeva in quella casa di via Verdi a Pontecagnano e non hanno mai segnalato oppure anche per chi quelle segnalazioni le ha fatte cadere nel nulla. A questo punto il passo successivo dovrebbe essere la notifica agli indagati della conclusione delle indagini con relativa richiesta di processo per i tre che sono ora in carcere accusati, comunque di omicidio per coprire altro reato, ovvero le torture. Resta anche da capire quale sarà ora la decisione della procura relativamente alle posizioni di Vito ed Annamaria Vacchiano che, al momento, sono ancora indagati per le violenze subite da Marzia. 

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