Salerno, il report Pmi: effetto esportazioni, «È la nostra linfa vitale»

La leader della pmi di Salerno Lna Piccolo: possiamo fare di più ma qui scontiamo un gap infrastrutturale

L'imprenditrice Lina Piccolo
L'imprenditrice Lina Piccolo
di Nico Casale
Martedì 26 Marzo 2024, 06:40 - Ultimo agg. 08:25
4 Minuti di Lettura

Aumentano le esportazioni dalla provincia di Salerno e, nonostante si assista a un calo diffuso della natalità delle imprese in tutte le province campane, nel Salernitano il saldo tra nuove iscrizioni e cessazioni è positivo. Vanno bene industria alimentare e farmaceutica, turismo e trasporti.

È quanto emerge nel Rapporto Pmi Campania, realizzato dal Centro studi e da Piccola Industria di Confindustria Campania in collaborazione con l’Università della Campania Luigi Vanvitelli e con il contributo di Abi, e presentato ieri all’Unione Industriali di Napoli da Pasquale Lampugnale, presidente regionale e vicepresidente nazionale di Piccola Industria Confindustria, e da Francesco Izzo, ordinario di Strategie e management dell’Innovazione, nel corso di un incontro coordinato dal direttore de Il Mattino, Francesco de Core.

«Le Pmi campane – sottolinea Lampugnale - hanno bisogno di strumenti di sostegno agli investimenti, in particolare per affrontare sfide epocali come la transizione digitale e la sostenibilità.

Le attuali condizioni di accesso al credito e alla finanza non favoriscono però gli investimenti e, senza questi ultimi, si mette a rischio la competitività del Paese». «È opportuno – ritiene - ad esempio rendere strutturale la già positiva riforma del Fondo di garanzia per le Pmi aumentando il sistema delle coperture e mantenendo ai massimi il sostegno agli investimenti».

Dall’analisi dei dati salernitani, la presidente della Piccola Industria di Confindustria Salerno, Lina Piccolo, ritiene che «possiamo fare di più, ma una serie di congiunture impattano su diversi comparti». Spostando l’attenzione sul macro-scenario, «non possiamo non tenere conto che ci sono due guerre in corso, dall’Ucraina al Medio-Oriente. La crisi del mar Rosso, per chi fa esportazioni, ha fatto lievitare i costi». La prima provincia campana per reddito disponibile pro-capite è Salerno (74° posto, +2 posizioni dal 2019).

«Nella nostra provincia – osserva Piccolo - quella alimentare è l’industria che ha la maggiore incidenza, ma vanno bene il settore dei servizi, del trasporto e della farmaceutica». La provincia è «effervescente dal punto di vista economico, sia nel comparto manifatturiero che dei servizi. Dati positivi anche dall’industria farmaceutica e dei metalli». Piccolo avverte, intanto, che «scontiamo un gap infrastrutturale» e, perciò, «è necessario spingere sulla infrastrutturazione per avvicinare anche le aree interne». «Il turismo ne esce bene, ma con enormi sacrifici – riprende - abbiamo due coste splendide e un’area interna come il Vallo di Diano che possono essere valorizzate ancora di più. Bisogna far sì che il turista riesca a raggiungere in comodità quelle aree».

Quanto alle esportazioni, Piccolo evidenzia che «sono sempre la nostra linfa vitale». Tant’è che, «nei primi nove mesi dello scorso anno, le esportazioni da Salerno hanno registrato un aumento del 7,6%. Siamo tutti export oriented. Le eccellenze della nostra industria agroalimentare sono apprezzate in tutto il mondo. L’Europa rimane il nostro principale mercato, ma Paesi come Turchia e India si fanno avanti. Inoltre, da noi abbiamo aziende che fanno meccanica di precisione che pure esportano tanto». Quanto alla natalità imprenditoriale, nel Salernitano, lo scorso anno si registrano 5.507 (erano state 5.701 nel 2022) iscrizioni a fronte di 4.935 (erano state 4.922) cessazioni.

Video

Piccolo ritiene che «ci sia molta sfiducia e, in questo, hanno un ruolo determinante la denatalità e il fatto che molti giovani lascino vadano fuori. Abbiamo un saldo positivo, ma è molto debole. Dobbiamo fare in modo che torni al di sopra delle mille unità». Una spinta potrebbe offrirla «una forte sburocratizzazione». In generale, «bisogna essere fiduciosi, senza dimenticare che l’imprenditore non può non mettere in conto che ci sono, ciclicamente, shock momentanei. Dobbiamo essere bravi a reagire, imparare a conviverci e a gestirli», conclude.

© RIPRODUZIONE RISERVATA