Recuperata una valigia dal fiume Irno:
c’era un cane morto all'interno

Recuperata una valigia dal fiume Irno: c’era un cane morto all'interno
di Carmen Incisivo
Mercoledì 7 Luglio 2021, 06:45 - Ultimo agg. 20:50
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Chiuso in una valigia dove probabilmente era stato chiuso mentre era ancora vivo. Macabro ritrovamento ieri alla foce del fiume Irno dove la crudeltà umana ha fatto mostra di sè ancora una volta: chiusa in un bagaglio c’era la carcassa di un cane. Sul posto alcune associazioni animaliste, l’assessore comunale alle politiche giovanili Maria Rita Giordano, una pattuglia della sezione volanti della polizia di Stato ed i veterinari dell’Asl Salerno che non hanno potuto far altro che constatare l’ennesima barbarie ai danni di un animale indifeso. La segnalazione è stata fatta da alcuni cittadini che avevano notato una valigia sulle sponde del fiume, una volta aperta è venuta fuori la carcassa di un povero animale. Sul corpo del cane non ci sarebbero stati segni di maltrattamento né si capisce quali possano essere stati i motivi che hanno spinto i padroni a commettere una simile atrocità. Dalle prime analisi sembrerebbe che il cane non avesse alcun microchip, elemento che rende difficilissima se non impossibile l’identificazione degli eventuali proprietari. Ciò che si ipotizza, però, è che l’animale sia stato chiuso in valigia ancora vivo e che questa valigia poi sta stata abbandonata in collina. Le acque del fiume che corrono verso il mare avrebbero fatto il resto, portando la valigia fino in città dove è stata fatta l’amara scoperta. Ancora scioccata ed arrabbiata per l’ennesimo episodio che testimonia la crudeltà di alcuni uomini sugli animali, l’assessore Giordano ha dichiarato: «L’episodio ci lascia basiti. Credo che chi si è macchiato di un tale crimine abbia sicuramente problemi mentali che non giustificano, in ogni caso, l’azione. Come amministratore, animalista e cittadina seguirò la vicenda. Ritengo che chi è in grado di portare a termine simuli orrori sia tranquillamente in grado di farlo anche con una persona, il responsabile o i responsabili sono persone pericolose. Per questa ragione speriamo che ci siano elementi utili a dare impulso a un’eventuale indagine anche se ci rendiamo conto che, stando così le cose, è davvero molto difficile». Per il momento, infatti, i veterinari dell’Asl non avrebbero trovato nessun microchip, dunque gli elementi utili a far partire un’indagine sono pochini. Ma quello di ieri non è certo l’ultimo caso di maltrattamenti. Lo scorso febbraio, a Torrione, zona ex Ostello, fu ritrovato un esemplare maschio di dogo argentino. In quel caso fu il mare a restituirlo e sulla carcassa dell’animale furono trovati segni di violenza: aveva le orecchie tagliate e fori lungo il corpo. Altro episodio a maggio 2019 quando il ritrovamento del corpo di un cane fu fatto a Pastena. Ma il caso più eclatante, che fruttó anche una condanna all’assassino, fu quello della cagnolino Chicca uccisa a calci da Antonio Fuoco. I fatti si consumarono a Pastena, nel 2017. Il colpevole fu subito individuato e denunciato, le associazioni e il Comune di Salerno si costituirono parte civile nel processo che lo ha visto condannato a un anno e nove mesi di reclusione.

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