Sessantunenne ricatta l'amante,
a processo per estorsione

Sessantunenne ricatta l'amante, a processo per estorsione
di Nicola Sorrentino
Martedì 25 Ottobre 2022, 06:00 - Ultimo agg. 06:25
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Una donna di 61 anni, di Fisciano, finisce a processo con l’accusa di estorsione. Pretese dei soldi dall’amante, minacciando di rivelare alla moglie i contorni della loro relazione. A firmare il decreto di giudizio immediato è la Procura di Vallo della Lucania, in ragione degli elementi indiziari raccolti nei riguardi dell’imputata, finita agli arresti domiciliari lo scorso agosto, con un tranello escogitato dai carabinieri.

L’indagine partì dopo la denuncia di un 77enne imprenditore, residente negli Stati Uniti.

A dire della donna, durante la fase dell’indagine preliminare, i due avevano un rapporto che durava da circa 20 anni. Un periodo lungo, durante il quale l’uomo aveva vissuto più di semplici momenti con la donna, tra vacanze, soggiorni e regali di ogni tipo. Circostanza raccontata sempre dall’imputata, che andrà poi verificata al processo. Dall’altro lato, infatti, vi sono le contestazioni della Procura, verificate dai carabinieri nell’episodio cruciale che vede la donna, ora, sotto giudizio. Alla base di quell’estorsione vi sarebbe stato, sempre per bocca dell’imputata, la richiesta di soldi per riparare un’auto di sua proprietà.

Soldi che la 61enne avrebbe concordato con la vittima. Lo avrebbe fatto però attraverso minacce reiterate, con le quali paventò la possibilità di diffondere attraverso i social alcune fotografie private che li ritraevano assieme. Non solo, sarebbe stata anche pronta a rivelare alla moglie dell’imprenditore l’esistenza della loro relazione. La somma che l’uomo avrebbe dovuto consegnare era 1000 euro. Dopo essersi sentiti al telefono, i due concordarono un appuntamento di persona per la consegna dei soldi. Nel frattempo, il 77enne aveva denunciato la donna ai carabinieri. L’incontro avvenne a Castellabate. Tra i due vi fu anche un litigio, violento, al punto che la donna colpì l’uomo con una serie di schiaffi, graffiandogli poi il braccio con una chiave.

La vittima fu costretta, poi, a consegnare alla donna 500 euro. Le banconote erano state segnate dai carabinieri, che intervennero in un momento successivo, fermando la sospettata con i soldi in borsa. La verifica sul contante servì da riscontro all’ipotesi di estorsione, consumata, che valse alla donna gli arresti domiciliari. La misura cautelare fu poi convalidata dal gip, in sede d’udienza, dopo qualche giorno. Ora non resta che il processo, fissato dal tribunale dopo il decreto di giudizio immediato richiesto dalla Procura di Vallo della Lucania per la 61enne di Fisciano. A suo dire, quella richiesta di soldi non sarebbe il frutto di un’estorsione, ma solo una somma che la stessa avrebbe dovuto avere dall’uomo, informato di quel guasto all’auto. Sarà il dibattimento, ora, a dimostrare la fondatezza delle accuse nei suoi confronti.

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