Nave migranti a Salerno, fermato lo scafista: in 14 pronti al rimpatrio

Fino a 5mila euro per la traversata

II migranti sbarcati e soccorsi a Salerno
II migranti sbarcati e soccorsi a Salerno
di Petronilla Carillo
Mercoledì 22 Febbraio 2023, 07:37 - Ultimo agg. 10:13
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Nella concitazione del salvataggio, improvviso ed inaspettato, nessuno aveva badato a chi era al timone della barca con a bordo i migranti. Ma è stata soltanto questione di ore. Allo sbarco al porto commerciale di Salerno, i primi a salire sul mercantile Eco Adriatica, battente bandiera italiana, sono stati proprio i poliziotti della Squadra mobile, agli ordini del vicequestore Gianni Di Palma. È stato il comandante del mercantile a fornire agli agenti le prime indicazioni utili a individuare il presunto scafista in Nadir Chabour, algerino come i passeggeri che trasportava, trentenne che aveva con se anche un coltello.  

Ma non solo. Prima interrogando i sopravvissuti e poi esaminando anche i loro cellulari, i poliziotti hanno immediatamente trovato le prove della sua responsabilità. Il giovane uomo non solo è stato ripreso mentre guidava il barchino ma anche mentre minacciava ed usava violenza nei confronti dei suoi passeggeri: 14 uomini, due donne (di cui una incinta) e tre bambini. Persone in cerca di una vita migliore che, stando alle testimonianze raccolte dagli agenti con la collaborazione dei mediatori culturali, avrebbero pagato dai 1.500 ai 5mila euro per quella traversata dall'Algeria alla Sardegna. Due, in particolare, le prove dichiarative (tra queste quella del comandante del mercantile) che hanno dato sostegno alle immagini girate dai passeggeri.

«Siamo riusciti a trovare le prove necessarie per sottoporre questa persona ad un fermo e, così, poter proseguire gli approfondimenti investigativi. Ottimo il lavoro della Squadra mobile che è riuscita a fare quadrato su uno dei responsabili in pochissimo tempo. Intanto le indagini proseguono per cercare di arrivare ai veri organizzatori della trasferta», dichiara il questore di Salerno Giancarlo Conticchio.

E ancora: «Ai quattordici uomini abbiamo notificato un provvedimento di respingimento in quanto provenienti da un Paese non in guerra: entro sette giorni dovranno lasciare il territorio nazionale. Dobbiamo anche dire che Salerno, ancora una volta, ha dimostrato di avere un sistema di accoglienza capace di entrare in funzione anche a stretto giro».

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Il lavoro degli investigatori, anche in passato, si è fermato proprio in Africa. In Libia, per l'esattezza dove, sempre la polizia, era arrivata seguendo (in direzione inversa) le orme dei sopravvissuti sbarcato a Salerno. Perché, soprattutto negli anni precedenti, all'emergenza Covid, sono sbarcati al porto anche cadaveri. Insomma, indagini bloccate dalla mancanza di accordi bilaterali tra i due Paesi che avrebbero vietato agli investigatori italiani di andare oltre.

Era il mese di luglio del 2014 quando il giudice per le indagini preliminari di Salerno mise in libertà due dei tre scafisti arrestati durante uno sbarco e questo perché e testimonianze degli altri migranti non sarebbero da considerarsi valide in virtù del fatto che, essendo loro dei clandestini, dovrebbero essere loro stessi indagati. Un provvedimento che aprì ulteriori strade giuridiche. Per il terzo, invece, fu convalidato l'arresto in quanto reo confesso e fu poi condannato, dopo aver sostenuto un processo, a sei anni di carcere. Fu allora che, da Salerno, si fece partire una indagine transnazionale sui flussi di profughi in arrivo dall'Africa e sulle modalità di «acquisto» del biglietto per le coste italiane. Era il mese di agosto dello stesso anno. In quella circostanza furono sei i presunti scafisti fermati e per loro le accuse erano ancora più gravi: non solo traffico di esseri umani ma anche la pesante accusa di aver causato un naufragio in quanto le imbarcazioni non erano sicure ed erano state imbarcate più persone di quante potevano viaggiare.

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