«La qualità al centro». Fatta rientrare «dalla finestra approfittando della legge regionale» del 10 agosto scorso. Parola di Michele Brigante. Del resto, l'assessore tecnico all'Urbanistica e ai Lavori pubblici del Comune di Salerno lo aveva annunciato nel delineare gli indirizzi del Puc per la sua revisione, approvata lo scorso luglio. Ottimizzazione del suolo già occupato con la riserva di superfici «blindata» per le costruzioni esistenti. E indirizzo di tipo «prestazionale» più che prescrittivo a proposte e progetti. La qualità, appunto, al posto del mero calcolo «ragionieristico». Due, in concreto, le conseguenze più evidenti: altezze degli edifici legate alla situazione urbanistica circostante, dunque non più «grattacieli» che sbucano qua e là tra palazzi e case, e un numero di Pua (Piani urbanistici attuativi) ridotto, con l'eliminazione dal Puc dei Pua non attuati né avviati.
«Il contenuto degli indirizzi di natura urbanistica approvati nel consiglio comunale del 29 settembre sono importanti e innovativi», spiega Brigante.
Si tratta principalmente di interventi mirati al recupero e alla riqualificazione dell'esistente. «Ora è possibile immaginare azioni di riqualificazione di immobili e aree urbane, mediante recuperi e/o ricostruzioni di edifici esistenti. Perciò senza consumo di nuove aree, ma di riuso di aree già impegnate», spiega l'assessore. E puntualizza: «Alcune articolate indicazioni permetteranno di tenere in campo anche parametri tecnici che valorizzano la qualità del progetto, superando finalmente la semplice analisi ragionieristica di superfici e volumi concedibili. In questa direzione, infatti, non sarà più automatica la deroga per le altezze delle costruzioni». Infatti, «il parametro è la qualità inserita nel tessuto urbano», con le altezze legate alla situazione urbanistica circostante. Insomma, «la qualità rientra dalla finestra approfittando della legge regionale». In altri termini ancora, «per le costruzioni di un futuro già presente sottolinea Brigante - sarà molto improbabile l'adesione a interventi con sagome non aderenti al tessuto urbano di riferimento. L'altezza, tra i vari parametri, è certamente quella più appariscente». Non più «grattacieli» tra palazzi e case ed edifici che si sposano con l'esistente. «Queste norme conclude l'assessore - si applicano a pratiche e progetti che da oggi si elaborano e non incide su quelle già incardinate e avviate».