Traffico internazionale di droga,
​verso il maxi processo a Salerno

Traffico internazionale di droga, verso il maxi processo a Salerno
di Nicola Sorrentino
Venerdì 4 Giugno 2021, 06:50 - Ultimo agg. 08:36
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Traffico di droga, in 48 a Scafati rischiano di finire a processo. Lo chiede la Dda di Salerno, al termine dell’indagine «My Love», con una richiesta di rinvio a giudizio che interessa vecchi e nuovi volti della criminalità a Scafati. L’inchiesta che abbraccia un periodo che va dal 2014 al 2016 individua due distinti gruppi criminali, impegnati nella gestione della droga. Il primo, composto da almeno venti persone, risponde di associazione finalizzata allo spaccio di droga, ma con metodo mafioso. Tra gli imputati ritenuti essere capi e promotori ci sono Antonio Matrone, figlio del boss Francesco rinchiuso al 41 bis, Raffaele, Carmine e Vincenzo Alfano, Marcello Adini, Pasquale Rizzo e Giovanni Crocetta Barbato, insieme ad altri, che vengono distinti a seconda dei ruoli che avrebbero rivestito all’interno dell’organizzazione.

Il gruppo - secondo le accuse - avrebbe trafficato in cocaina, hashish e marijuana, organizzando il giro di spaccio anche tramite collegamenti e legami internazionali - come l’Olanda - e approvvigionamenti a Boscoreale e nel napoletano.

Alcuni di loro avrebbero avuto anche disponibilità di armi. Il «sistema» raccoglieva al suo interno spacciatori e pusher della zona che dovevano legarsi o sottomettersi, a costo di atti di violente ritorsioni e intimidazioni. Due gli episodi che spinsero i carabinieri ad allargare l’indagine: l’omicidio di Armando Faucitano, ucciso il 26 aprile 2015 in piazza Genova a Scafati e l’attentato ai danni del bar «My Love», gestito da Teresa Cannavacciuolo, già nota per i suoi precedenti in materia di stupefacenti, anch’ella imputata. Il raid era finalizzato proprio a obbedire alle direttive del primo gruppo. Tre dei coinvolti furono inoltre individuati mentre cercavano di acquistare della droga, poi sequestrata nel 2015, dall’estero. Il carico fu bloccato dalla polizia tedesca: si trattava di un chilo di cocaina e di quattro di marijuana. Nel secondo gruppo, invece, la Dda registrò il coinvolgimento di ragazzi minorenni. Uno di questi, a soli 14 anni, avrebbe avuto un ruolo nelle attività di spaccio. Il secondo gruppo, a sua volta suddiviso su tre nuclei familiari, avrebbe infatti utilizzato dei ragazzi per smerciare la droga a giovani e studenti davanti alle scuole di Scafati. Anche per la seconda compagine vi erano ruoli specifici: dai capi agli organizzatori, fino a chi gestiva le piazze e il rapporto con gli acquirenti. L’inchiesta è coordinata dal sostituto Giancarlo Russo, che ha chiesto il rinvio a giudizio per i 48 imputati. L’udienza dinanzi al gip è fissata tra qualche giorno, il 9 giugno. I capi d’imputazione sono quattrocentoventitrè, ricostruiti grazie a pedinamenti, intercettazioni telefoniche svolte dai carabinieri. In sede di udienza preliminare, i 48 imputati potranno presentare memorie o scegliere di essere giudicati con riti alternativi.

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