Truffe sui veicoli di lusso a Nocera Inferiore: in due finiscono a processo

Le accuse, a vario titolo, vanno dall’intestazione fittizia di beni alla truffa aggravata, con ricettazione e auto riciclaggio

Il tribunale di Nocera Inferiore
Il tribunale di Nocera Inferiore
di Nicola Sorrentino
Mercoledì 10 Aprile 2024, 07:00
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Per una presunta truffa su una serie di vendite di auto di lusso, in 2 finiscono a processo. Le accuse, a vario titolo, vanno dall’intestazione fittizia di beni alla truffa aggravata, con ricettazione e auto riciclaggio. L’indagine della procura di Nocera Inferiore, concentrata tra San Valentino Torio e Nocera, individuò quale figura chiave un 72enne di San Valentino, già noto per precedenti specifici.

Insieme ad un presunto prestanome, avrebbe aperto un’attività fittizia di compravendita di auto di lusso ed epoca, riuscendo a truffare diversi clienti. In particolare concessionari esteri, tra Olanda e Germania, ripulendo i proventi economici attraverso due imprese compiacenti. Nella stessa indagine, due posizioni furono stralciate per competenza presso la procura di Torre Annunziata. Per loro l’accusa era di ricettazione, avendo ricevuto somme di denaro dai principali imputati, senza dichiarare la somma con alcun documento fiscale. La sede della società sarebbe risultata essere itinerante per oltre due anni (Roma, Firenze, Brescia, Bologna) al fine di rendere più complicata l’individuazione. L’azienda fu registrata alla Camera di commercio, quindi fu individuata una sede operativa, un ufficio, affittato presso strutture commerciali, comprensive di servizi di segretaria e personale, al fine di dare una parvenza di affidabilità e serietà.

Le truffe, con danni per svariate migliaia di euro, sarebbero state consumate attraverso l’invio di centinaia di mail verso vari stati dell’Unione Europea, con i file allegati di liste di veicoli di pregio a prezzi concorrenziali. Negli episodi ricostruiti, come ad aprile 2021, il 72enne, insieme al socio, sottrasse 150mila euro ad un tedesco, chiudendo un affare che prevedeva la vendita di due auto, una Mercedes 190SL ed un’Alfa Romeo spider. A seguire, un secondo contratto per altre cinque macchine, tra le quali c’erano anche una Jaguar ed una Giulietta spider. Le auto non furono mai consegnate al compratore. Di pari livello anche un secondo affare, definito con una concessionaria olandese. Secondo le indagini, la truffa fu quantificata in almeno 295mila euro. Le vittime erano state attirate dai prezzi, per poi essere invitate in Italia a prendere visioni delle auto proposte. I due, presentandosi presso grosse aziende private in possesso di veicoli d’elite, stipulavano contratti preliminari di compravendita con l’esborso di modeste caparre. Queste servivano a rendere reale la volontà d’acquisto.

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Così, ottenendo copia della documentazione del veicolo e, carpendo la fiducia dei venditori, potevano mostrare ai clienti le auto presso i luoghi di custodia. Le somme ottenute erano sempre maggiori alle caparre, che si era messo in conto di perdere. Il processo partirà a maggio.

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