“Io non Alimento la pesca di frodo”, al via la campagna di sensibilizzazione del Parco sommerso di Gaiola

La sensibilizzazione per ristoratori e pubblico verso una cucina di mare sostenibile

"Io non alimento la pesca di frodo", al via la campagna di sensibilizzazione
"Io non alimento la pesca di frodo", al via la campagna di sensibilizzazione
di Antonio Cangiano
Martedì 31 Gennaio 2023, 15:14
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Il Parco Sommerso di Gaiola, insieme allo chef stellato Lino Scarallo, lancia la campagna “Io non Alimento la pesca di frodo” per sensibilizzare ristoratori e pubblico verso una cucina di mare sostenibile.

Nell’ambito della masterclass di cucina di mare sostenibile che si è tenuta presso il Ristorante Palazzo Petrucci (prima stella Michelin a Napoli) a conclusione del progetto “Gaiola Eco Tourism” - promosso dal Parco Sommerso di Gaiola con il sostegno del Ministero della Transizione Ecologica, e finalizzato alla valorizzazione territoriale ed alla promozione del turismo sostenibile - è stata lanciata la campagna “Io non Alimento la Pesca di Frodo”, volta a sensibilizzare il mondo della ristorazione e i consumatori, che spesso “alimentano”, magari inconsapevolmente, la pesca illegale e la distruzione del nostro mare.

La campagna, promossa dal Parco Sommerso di Gaiola vede testimonial d’eccezione lo chef stellato Lino Scarallo che ha annunciato per l'occasione la scelta di bandire per sempre dai propri menù gli spaghetti ai ricci di mare, considerato uno dei piatti meno sostenibili in assoluto. «Negli ultimi anni -spiega - il diffondersi della moda di questo piatto anche in Campania ha dato impulso sulle nostre coste ad una vera e propria razzia di ricci di mare, portata avanti da pescatori di frodo senza scrupoli.

Basti pensare che per un piatto di spaghetti sono necessari circa 20 ricci di mare. Una mattanza folle per un piatto che non fa parte nemmeno della tradizione napoletana e campana. E' di fondamentale importanza che dalla ristorazione tutta parta un messaggio chiaro e netto per non alimentare la pesca di frodo acquistando i prodotti ittici solo dalla filiera alimentare legale».

 

Non è sfuggita a questa razzia la costa di Posillipo e del Parco sommerso di Gaiola, conferma il Direttore Maurizio Simeone, dove più volte negli ultimi anni il personale del Parco con l'aiuto delle forze dell'ordine ha fermato bracconieri in azione con sacchi colmi di ricci di mare. «E’ importante capire -aggiunge - che questa attività di pesca illegale, oltre ad incidere drasticamente sulla popolazione di questa specie, provoca ripercussioni negative sull’intera comunità biologica marina costiera edin particolare sull’abbondanza degli stock ittici di Sparidi, rappresentandone una delle fonti di nutrimento principali.

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Oltre ai ricci molte altre specie nella lista rossa, sia perchè in rarefazione a causa dell'overfishing (sovrappesca), sia per l'uso di tecniche di pesca distruttive dei fondali come la pesca a strascico».

«Ma non è necessario mettere al bando l'intera cucina di mare per aiutare il mare a riprendersi», spiega il Prof. Roberto Sandulli dell'Università Parthenope di Napoli, «basta riscoprire specie il cui consumo non è distruttivo e che spesso hanno sapori e qualità organolettiche superiori al pesce classico daristorante». Tra queste in prima linea c'è il pesce azzurro, i pesci di mare aperto, come: alici, sgombri, sarde,pesce bandiera..., tra i cefalopodi preferire certamente i totani a calamari, polpi e seppie, e se non si può fare a meno di un pesce costiero, riscoprire ad esempio il cefalo che non ha problemi dioverfishing, ed infine se proprio si vuole sentire il profumo ed il sapore del mare senza incidere sunessuno stock ittico, perchè non imparare il sapiente uso delle alghe di mare in cucina... ce ne sono tante con sapori e consistenze molto diverse. Ed ecco quindi che lobchef Scarallo di Palazzo Petrucci, abbracciando le tematiche di sostenibilità del progetto Gaiola Eco Tourism, propone il suo menù di mare sostenibile per la masterclass: Sandwich di sarde alla beccafico -Pesce bandiera fritto, spumadi pomodoro e olio albasilico - Alici fritte con maionese alla soia - Cefalo arrostito con salsa di tortiera - Sgombro affumicato con cipolla rossa marinata e puntarelle -Tagliolino con le alghe -Risotto con estrazione di totano, uva passa e pinoli. 

«La grave problematica di ritrovarsi nel piatto prodotti ittici provenienti da pesca di frodo non è solo una questione di etica e sensibilità del ristoratore, ma è un vero e proprio reato. Oltre al danno incalcolabile per il nostro mare, chi acquista prodotti ittici da pescatori di frodo mette a rischio lanostra salute dato che questi prodotti saltano ovviamente tutta la filiera dei controlli sanitarialimentari» sottolinea il Magistrato Giulio Vanacore (Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli). Quindi occhio a chi vi propone “la spigola di mare che mi ha appena portato tizio e caio”, è diritto del consumatore chiedere la bolla di acquisto del pescato che ci servono a tavola, per difendere se stessi ed il mare».

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