Napoli Eccellenza Italiana a Washington, Marra Forni e pizza: «Il segreto del business? La famiglia»

Il sogno americano di Enzo e Francesco Marra

Napoli Eccellenza Italiana a Washington
Napoli Eccellenza Italiana a Washington
di Luca Marfé
Sabato 4 Novembre 2023, 18:03 - Ultimo agg. 5 Novembre, 08:33
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WASHINGTON - Una straordinaria storia di successo, un autentico “Sogno americano”.

Una famiglia di imprenditori, di uomini appassionati, di napoletani fieri.

Qui a Washington DC, nella capitale degli Stati Uniti d’America, Marra vuol dire forni, vuol dire un certo modo di cucinare, vuol dire il meglio del meglio del Made in Italy.

Enzo e Francesco, Marra appunto. Due fratelli che, spalla a spalla, sono partiti con l’idea di esaltare la pizza e le pizzerie, e che poi, col trascorrere degli anni, si sono resi protagonisti di una rivoluzione culturale dell’arte del cucinare.

«Brick oven cooking», spiega ai microfoni del Mattino Francesco, «è uno dei metodi più antichi al mondo, tuttavia sfumato, quasi dimenticato nel tempo».

Alla lettera, “cucinare in un forno di mattoni”.

Come si faceva una volta, insomma.

E allora la tecnologia più avanzata dei forni Marra, ma accompagnata dalla tradizione di un concetto e di una tecnica assolutamente da recuperare.

E qui in America sono delle vere star. Da New York a Las Vegas, sempre presenti e sempre partecipi, anche nelle vesti di sponsor accanto alle rispettive produzioni, dei più prestigiosi Pizza Festival del mondo. Per non parlare poi dei grandi appuntamenti, sportivi e non solo. Tra decine e decine di altre scene, erano dentro a quello che negli Stati Uniti è considerato di gran lunga l’evento dell’anno, che lo è oggettivamente proprio a livello planetario: la finalissima del Super Bowl di football, con l’allegria dei loro pizzaioli amici, tra cui spicca il fenomeno (di bravura e di simpatia!) Daniele Gagliotta, e con le loro pizze e con i loro forni. 

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Una storia non esattamente improvvisata, che nasce a Napoli da una famiglia “bene” di Santa Lucia. Francesco ed Enzo sono due giovani pieni di sogni, pieni di energie. E allora Francesco, forte dei suoi studi alberghieri e peraltro giocatore professionista di pallanuoto nella Canottieri, nel 1995 prende e parte per l’America. Si mette in discussione, rinuncia a quella che qui chiamano la comfort zone, e comincia a lavorare duro. Aiuto cuoco, cuoco, fino a finire sulle pagine del popolare magazine Washingtonian.

Ma col tempo capisce che le ambizioni sono ancora più grandi, e allora il suo amore per la cucina diventa un progetto più vasto, diventa la cucina stessa, gli strumenti, la struttura, la cultura. Diventa Marra Forni per come è oggi. Diventa un enclave dell’Italia in America. Come testimonia il gemellaggio oramai più che decennale con l’ambasciata italiana, tra le cui mura si mangia nell’iconico Caffè Cinema.

(Pizza University è un progetto Marra Forni che ogni anno accoglie centinaia di aspiranti pizzaioli provenienti da ogni angolo dell'intero continente americano)

Un percorso costellato da mille e più riconoscimenti. Di grande prestigio quello rilasciato per l’Innovazione dalla storica associazione NRS, la National Restaurant Show, grazie al primo forno rotante a due bocche, e al primo forno elettrico in grado di superare la soglia dei 950 gradi Fahrenheit, entrambi realizzati con la stessa identica tecnica artigianale napoletana. E, ciliegina sulla torta, il recentissimo Premio Eccellenza Italiana “per il cammino e per il valore di una famiglia che, tra mille difficoltà e tra mille ostacoli, riesce ad avere successo, a promuovere l’Italia, e a rappresentare con il proprio cognome un vero patrimonio nazionale all’estero”.

«Ma questo è soltanto l’inizio, the best is yet to come», il meglio deve ancora venire, sorride umile ma fiero Francesco.

«Non “solo” forni, pizza e business: vogliamo essere i portavoce di un’autentica rivoluzione, del recupero della tradizione. Di tutto ciò che la Cucina Italiana - scrivilo così, proprio con le maiuscole! - rappresenta per noi napoletani, per noi italiani, e per il mondo intero». 

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