Covid più grave in chi ha i geni dell'uomo di Neanderthal: lo studio sulla strage del virus in Val Seriana

Giovedì 14 Settembre 2023, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 09:26 | 2 Minuti di Lettura

I risultati

«I risultati dello studio Origin - spiega Marina Noris, responsabile del Centro di genomica umana del Mario Negri - dimostrano che chi è stato esposto al virus ed è portatore dell'aplotipo di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi 3 volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica, rispetto ai soggetti che non hanno questo aplotipo». Questa suscettibilità è collegata in particolare alla presenza di 3 dei 6 geni di questa regione che si trovano sul cromosoma 3: si tratta dei geni CCR9 e CXCR6, responsabili di richiamare i globuli bianchi e causare infiammazione durante le infezioni, e del gene LZTFL1, che regola lo sviluppo e la funzione delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie, condizionando le diverse manifestazioni della malattia. Non è chiaro quale gene giochi il ruolo più importante. Lo studio ha inoltre identificato altre 17 nuove regioni genomiche (loci) di cui 10 potenzialmente associate a malattia severa e 7 potenzialmente associate a rischio di contrarre l'infezione. Per arrivare a queste scoperte, «è stata fondamentale la collaborazione di tutta la comunità - conclude Ariela Benigni, segretario scientifico del Mario Negri - Un particolare ringraziamento va ai sindaci di Bergamo, Alzano Lombardo, Nembro, Albino, Ranica e di molti altri Comuni. Ma è stato indispensabile anche il contributo dei medici di base, delle farmacie, delle biblioteche, delle associazioni e di tutti i cittadini che si sono impegnati nella promozione dello studio. È grazie alla dedizione di ognuno di loro se oggi abbiamo raggiunto questo importante risultato».

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