La battaglia legale in sede civile, intentata da Elvira Lefebvre D'Ovidio, contro i fratelli per contendere loro la miliardaria eredità del papà Antonio Lefebvre, giurista e padre del diritto marittimo, si è rivelata per la nobile un boomerang in sede penale. Avrebbe occultato ai creditori un patrimonio di 40 milioni di euro. «Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice»: questo il reato con cui il pm di Roma, Marcello Cascini, ha disposto la citazione diretta a giudizio per la nobildonna.
L'intera vicenda ruota attorno a una disputa giudiziaria all'interno della famiglia, legata alla gestione del vasto patrimonio degli eredi di Antonio Lefebvre.
Francesco Lefebvre, difeso dall'avvocato Marcello Melandri, e gli altri creditori chiedono quindi il pagamento, ma la controparte propone una rateizzazione di circa duemila euro al mese: la donna sostiene di non essere in condizioni di poter pagare. Lo scorso anno, Francesco Lefebvre ha presentato un esposto alla procura di Roma.
Il pm nell'atto di citazione afferma che l'indagata «con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, compiva atti simulati per sottrarsi agli obblighi dei quali era in corso l'accertamento presso il Tribunale di Roma poi sanciti con sentenza». Secondo l'accusa, si tratta un'attività illecita che ha portato Elvira Lefebvre, nei due anni precedenti alla sentenza del tribunale civile, a «svuotare» il suo patrimonio per 40 milioni di euro attraverso donazioni e trasferimenti. La prima udienza del processo è fissata per il prossimo 8 febbraio.