«Fucking boom e mani a terra»: il nuovo corto di Paolo Cipolletta sceglie i Campi Flegrei

Il set tra Monte Di Procida e Bacoli

Una scena del film
Una scena del film
di Alessandra Farro
Venerdì 12 Aprile 2024, 10:49
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Chiara e Luca condividono la sindrome di Tourette, si incontrano nella sala d’attesa del centro di terapia presso cui sono entrambi in cura e da quel momento non si perdono di vista. “Fucking boom e mani a terra” è l’ultimo cortometraggio del napoletano Paolo Cipolletta, prodotto da Diego D’Ambrosio e Raffaele Iardino per Equaform e Uncoso Factory, con i giovani Lorenzo Sarcinelli e Lucienne Perreca.

Chiara ha 17 anni, cerca di dominare i tic e le frasi oscene che arrivano all’improvviso, pronunciate rigorosamente in lingua inglese.

Luca ne ha 16, gli è stata diagnosticata la malattia da soltanto un anno. Pian piano la loro frequentazione si trasforma in relazione, lasciando emergere le loro personalità liberamente, felici di non doversi scusarsi l’una con l’altro per gli exploit inattesi di cui sono vittima costantemente.

«Una riflessione importante ed urgente sul tema del disagio mentale e la discriminazione sociale», spiega il regista ("La gatta mammona", "Uocchie c’arraggiunate" e "Fino ad essere felici").

Il corto è ambientato nei Campi Flegrei, tra Monte Di Procida e Bacoli, perché posti incontaminati in cui poter restituire l’idea di una città sospesa in cui elementi architettonici e paesaggistici si intersecano perfettamente nella diegesi di un racconto a tratti magico, a tratti realistico come quello dei due protagonisti.

A guidare la produzione napoletana tra le terre flegree Ciro Schiano, location manager e presidente del "Nuovo Cinema Flegreo", nativo di Monte di Procida, che aveva già condotto la produzione di “Chi ha incastrato Jerry Calà?”, diretto e interpretato da Calà, alla scoperta del territorio.

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