Susy Del Giudice, classe ‘69, napoletana, attrice di teatro, prima che di cinema, interpreta magistralmente il ruolo di Luisa De Filippo nei “Fratelli De Filippo” di Sergio Rubini (fino a ieri nelle sale, prossimamente in onda su Raiuno), la mamma dei tre fratelli destinati a un grande talento teatrale.
Del Giudice, non solo cinema, ma anche tv: è nel cast di “Mina Settembre”, “Il commissario Ricciardi” e “Le indagini di Lolita Lobosco” e prossimamente in “La vita bugiarda degli adulti”.
«Sono stata vicina a molte signore italiane attraverso queste tre serie, durante tutto il periodo invernale.
Adesso, però, è anche mamma dei De Filippo.
«Luisa De Filippo è la mamma per antonomasia. Vorrei tanto essere madre come lo è stata lei, ogni donna dovrebbe desiderarlo. Lei ha lottato affinché i figli le restassero accanto. All’inizio era succube del fascino di Eduardo Scarpetta, ed ebbe questi tre bimbi, tre enormi personaggi, equiparabili ai Beatles degli anni ’40, come dice Rubini, e lei rappresenta esattamente la mamma chioccia, che ha un unico rancore: non aver potuto garantire loro una vera famiglia, con un padre e il suo cognome e ha dovuto ricorrere al suo. Non poteva immaginare che proprio quel cognome gli avrebbe dato la possibilità di diventare molto più famosi di Scarpetta».
Quindi lei vorrebbe essere come Luisa?
«Auspico a diventare come lei, ma faccio fatica, ma mi piacerebbe rubare qualche aspetto del suo carattere. Per esempio, Luisa è una donna buona, materna, una coccolona, ma anche severa. Sa imporre le regole giuste per i propri figli, senza mai urlare ed essere anche prima donna, ascoltando e differenziando l’affetto per ogni figlio. Guarda con occhi diversi ognuno di loro. Ha un debole per il primogenito, Eduardo, perché gracile e malato da piccolo, chiede scusa a Titina perché costretta a crescere troppo in fretta ed anche a Peppino perché non ha potuto stare con lui fin dall’inizio, anche se non per sua colpa: Scarpetta lo manda da una balia per i suoi primi cinque anni di vita. Questo evento ha segnato il rapporto tra i due fratelli, che si sono incontrati, con difficoltà, fino alla fine».
Lei nasce come attrice teatrale.
«Ho iniziato a sette anni con la famosa sceneggiata napoletana. Mio padre faceva il suggeritore, il ‘rammentatore’, anzi, una professione che non esiste più. Andavo con lui a teatro, me ne sono presto innamorata e da lì non ho mai smesso. Spero che la pandemia ci abbandoni per tornare tutti a fare il nostro lavoro serenamente».
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