Yari Gugliucci al Taormina Film Fest: «Felice di tornare sul grande schermo con una produzione internazionale»

Protagonista di “In the fire”, il film di Conor Allyn, al fianco di Hamber Heard, Eduardo Noriega e del dodicenne Lorenzo Mcgovern Zaini

Yari Gagliucci
Yari Gagliucci
di Silvia De Cesare
Giovedì 22 Giugno 2023, 11:00 - Ultimo agg. 15:09
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Salerno, Guatemala, Taormina. Nell’ordine: la sua città, dove ha deciso di continuare a vivere, il set di “In the fire”, il film di Conor Allyn che lo vede al fianco di Hamber Heard, Eduardo Noriega e il dodicenne Lorenzo Mcgovern Zaini, infine la collina siciliana dove Yari Gugliucci sta per arrivare in qualità di ospite della 69esima edizione del “Taormina Film Fest”, in programma dal 23 giugno al 1° luglio.

Ad aprire la serata inaugurale, venerdì 23, sarà il “Gala Pavarotti Forever”, realizzato in collaborazione con la Fondazione Luciano Pavarotti, mentre il giorno successivo, al Teatro Antico, si terrà la prima mondiale della produzione internazionale, avvincente thriller soprannaturale, che vede Gugliucci tra i protagonisti. Il neo-direttore esecutivo e co-artistico del festival, Barrett Wissman, la co-direttrice artistica, Beatrice Venezi, e la sovrintendente, Ester Bonafede, hanno annunciato che la proiezione sarà uno dei punti salienti dell’edizione 2023 del Festival. «Sono molto felice dell’invito e di tornare sul grande schermo con una produzione internazionale.

Prodotto da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment con Paradox Studios e Angel Oak Films, il film uscirà in autunno nelle sale italiane, distribuito da RS Productions in collaborazione con Mirari Vos. Con Eduardo Noriega, Amber Heard e il regista Conor Allyn assisteremo alla prima visione», racconta Gugliucci. 

Che ruolo ha nel film?
«Sono Padre Gavira, un domenicano dal carattere molto forte, un prete spirituale ma dal fucile facile se si tratta di difendere la propria comunità. Non posso spoilerare molto, si tratta di una delle prime psicoanalisi di fine '800. Il film è stato già venduto in 13 Paesi, dall'America all'Europa, tranne l'Italia, malgrado sia una coproduzione anche pugliese con la Dinamo. É una pellicola intensa che celebra il realismo magico in stile Gabriel Garcia Marquez, sospesa tra le tinte forti dell’horror e quelle del dramma psicologico, fill rouge è l'amore, inteso anche come elemento salvifico; appassionerà di sicuro il pubblico, è la tipica storia da Netflix International. Probabilmente sarà nelle sale questo autunno».

In che lingua ha recitato?
«In spagnolo, in latino e in inglese. Fuori dal set le uniche domande alle quali non riuscivo a rispondere erano quelle in spagnolo, ma nel girato me la sono cavata alla grandissima. Mi sono rivelato un attore multitasking. Addirittura Amber Heard mi ha detto: “Ce ne fossero attori come te a Los Angeles”. Un grande complimento se pensiamo che il suo ex compagno è un certo Jhonny Deep!».

Com’è stato lavorare con Allyn?
«Un’esperienza meravigliosa. Durante le riprese ha accettato qualsiasi cosa gli proponessi…Vero è che ho studiato, da buon perfezionista, il carattere di un domenicano vissuto in quel tempo, i suoi movimenti, come imbraccia il fucile, come sale a cavallo. Il set era un po' alla Tarantino, dove ognuno creava il suo personaggio cercando di renderlo icona».

C’era feeling anche con la troupe e gli attori?
«Tantissimo. Io, dopo un po’, come al solito, mi sono fatto riconoscere. Ho mescolato l’inglese al nostro slang, il mio amato dialetto e ho creato gag, saluti, macchiette. La mia battuta chiave è “Te veo e te reconosco”, la troupe per salutarmi a fine riprese ha realizzato delle magliette col mio viso e la frase».

Di prossima uscita anche una commedia?
«Esilarante aggiungerei: “Uomini da marciapiede” con Clementino, Francesco Pannofino, Rocio Munoz, Serena Grandi e Paolo Ruffini per la regia di Francesco Albanese. A breve inizio a girare anche “La luce nella masseria”, prodotta da Luca Barbareschi, sui 70 anni della televisione italiana, con Renato Carpentieri e Aurora Ruffino».

E a teatro?
«Dopo il grande successo a teatro con lo spettacolo su Dino Valdi, la controfigura di Totò, sto scrivendo il mio spettacolo per la prossima stagione dal titolo “Il mammifero”. Il principe De Curtis torna a bussare alla mia porta anche con “Totomorto”, una commedia alla quale sto lavorando con Carlo Buccirosso e tutta ambientata sulla malasanità».

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