Forever Freak: addio al leader degli Skiantos, rocker demenziali

Una foto matura degli Skiantos: Roberto
Una foto matura degli Skiantos: Roberto
di Federico Vacalebre
Mercoledì 12 Febbraio 2014, 16:56 - Ultimo agg. 19:49
4 Minuti di Lettura
Oggi lo salutano in tanti, quasi tutti, da Grillo che lo ricorda in un tweet sul palco del primo V day, alle istituzioni emiliane e i quasi allievi Vasco Rossi e Luca Carboni, ma di Roberto Antoni, Freak per dna, scelta e nome d'arte, si erano dimenticati ormai quasi tutti. Quelli che avevano gridato allo scandalo quando i suoi Skiantos avevano cantanto l'amore per le sbarbine in calore e il "Kinotto" negli anni in cui il personale doveva essere politico ma la politica diventava sempre più impersonale. Quelli che avevano trovato nel demenziale ed elementare rock della banda bolognese la prima risposta possibile all'urgenza punk che aveva sconvolto il mondo. Quelli che nemmeno si erano accorti che qualcosa stava cambiano.



Malato da tempo, il rocker e poeta folle è morto ieri a 59 anni.



La Bologna post-77, post-Lama e quasi post-comunista lo aveva visto laurearsi al Dams (con una laurea sui Beatles discussa con Gianni Celati) frequentando gente come Pier Vittorio Tondelli, Francesca Alinovi, Enrico Palandri, Filippo Scòzzari, Giacomo Campiotti, Gian Ruggero Manzoni e Andrea Pazienza, artisti e intellettuali irregolari.

Inkazzato come loro, ma armato di un'ironia a tratti sadomasochistica, ha amato vestire in incognito trasformandosi, di volta in volta, in Astro Vitelli o Beppe Starnazza e i Vortici, animando gruppi improbabili come i Ruvidi del Liscio, gli Avanzi di Balera, i Pollok.



Ma la sua storia artistica coincide, per i più, con gli Skiantos (Andrea Setti alias Jimmy Bellafronte, Stefano "Sbarbo" Cavedoni e Fabio Testoni aka Dandy Bestia), rocker scarsi ma armati di sorriso e venuti a galla nel momento giusto, armati di una goliardia demenziale destinata a far scuola, pur avendo nei soli Elio e le Storie Tese dei veri eredi.

«Ma che cazzo me ne frega! Genere ragazzi genere! Ehi sbarbo smolla la biga che slumiamo la tele. Sei fatto duro, sei fatto come un copertone. Ci facciamo? Sbarbi sono in para dura! Ok, ok nessun problema ragazzi, nessun problema! Sbarbi sono in para dura. Schiodiamoci, schiodiamoci. C'hai della merda? Ma che viaggio ti fai?! C'hai una banana gigantesca. Oh c'hai della merda o no? Un caccolo! Ma che viaggio ti fai? Intrippato. Brutta storia ragazzi, brutta storia. C'ho delle storie ragazzi, c'ho delle storie pese! C'hai delle sbarbe a mano? No c'ho delle storie, fatti questo slego: 1 2 6 9!... »: è l'introduzione di "Eptadone", brano di apertura di "Monotono", lp d'esordio del gruppo dopo "Inascoltabile", uscito solo su cassetta nel '77. Punk e blues si confondevano come i retaggi futuristi e le citazioni dadaiste, i concerti si chiudevano con lanci di ortaggi sul pubblico da parte dei musicisti, ma a Napoli, sulla rotonda Diaz, successe il contrario. Freak & Company stavano intonando "Largo all'avanguardia grande pubblico di merda" quando il gruppo fu bombardato con i limoni usati dagli acquafrescai.



Canzoni come "Karabigniere blues" e "Io sono un autonomo" erano scomode a sinistra e inaccettabili a destra, ma traino formidabile per la nascente new wave italiana e nomi come Gaznevada, Confusional Quartet, Windopen, Luti Chroma, Take Four Doses, gli X Rated, le Kandeggina Gang ed i Dirty Actions... Gli Skiantos montavano una cucina in scena, cucinavano e mangiavano spaghetti in silenzio, aspettando fiduciosi, la rissa. "La nostra provocazione aveva toccato, a seconda dei punti di vista, il fondo e l'apice nello stesso momento", spiegava il cantante, che se ne andò la prima volta nel 1980 contrario all'iscrizione alle selezioni per Sanremo con "Fagioli". L'Ariston non era fatto per lui e per i suoi versi orgogliosamente stupidi, "un cocktail di ironia, improvvisazione, poesia quasi surreale, cretinerie, paradossi e colpi di genio” .

Lina Linetti lo sostituì nell'album "Pesissimo", ma lo scioglimento arrivò quasi subito dopo. Antony, Bestia e Sbarbo ritornarono insieme nel 1984, tre anni dopo sfornarono l'album "Non c'è gusto in Italia ad essere intelligenti", memorabile solo per il titolo come tutti i parti successivi, da "Doppia dose" del '99 a " Dio ci deve delle spiegazioni (possibilmente convincenti)" e "Phogna - The dark side of the Skiantos" del 2009.

Quando, nell'aprile 2012, Roberto rilasciò il gruppo lo scioglimento fu definitivo. Anzi no, visto che il 27 giugno dell'anno successivo sulla pagina Facebook della band apparve il post: "E se si ripartisse senza Freak?? Apriamo il dibattito...".



Ma l'anima, profana anzi profanissima, degli Skiantos era lui, tossico, e non solo di vita, come aveva confessato in "Per sopravvivere alla tossicodipendenza: manuale di prevenzione", pubblicato nel '94 dalla Feltrinelli. Per salutarlo per bene servirebbe un bis alla Ramones su cui scandire il titolo di un altro dei suoi libri, "Non c'è gusto in Italia ad essere dementi (ma noi continuiamo a provarci lo stesso)".
© RIPRODUZIONE RISERVATA