D'Alessio, un Plebiscito di note:
grandi duetti, debutto al San Carlo

D'Alessio, un Plebiscito di note: grandi duetti, debutto al San Carlo
di Federico Vacalebre
Sabato 18 Giugno 2022, 08:46 - Ultimo agg. 17:28
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Il corno rosso sul palco c'è e basta a sfatare la maledizione del venerdì 17 e la minaccia della pioggia, per la quale pure Gigi D'Alessio aveva già pronta una canzone: «Chiove, stu cielo fa paura...».

Ma non ce n'è bisogno e i diecimila (seduti) di piazza del Plebiscito, più i curiosi assiepati in piedi oltre le transenne, applaudono e cantano per più di tre ore «Uno come te», la diretta approntata da Raiuno per celebrare i primi trent'anni di melodie del cantore più neoromantico d'Italia.

Lo show, di cui Gda è mattatore assoluto, vive dell'apporto dei suoi «friends», ed i primi due sono di assoluto prestigio: Eros Ramazzotti e Fiorello. Con il primo, oltre a qualche gag, c'è da accendere la piazza, la notte, lo share: condividere «Quanti amori», «Un'emozione per sempre» e «Più bella cosa» sembra decisamente un passepartout per il successo. Anche perché subito dopo arriva un Fiorello abbronzatissimo ed in forma straripante.

Lui Carosone lo mastica ormai come un napoletano nato, le esperienze con John Turturro e Enzo Avitabile lo hanno formato, il medley dedicato al maestro trascina la folla e la prepara all'improbabile mush up di «Como suena el corazon» con i Pink Floyd di «The wall».

Da Fiorello a Fiorella, dice la scaletta e la Mannoia, ormai a suo agio in tv, mette in piedi un surreale «dialogo tra un impegnato e un non so», giocando con l'escapismo del repertorio di Gda prima dell'ennesimo duetto, «Quello che le donne non dicono». Il tiro della serata è ormai chiaro, qui si cantano solo hit, con qualche concessione al mezzo televisivo, come lo sketch con Vanessa Incontrada (che cita dei versi della poetessa australiana Pam Brown) o l'intervista doppia di Mara Venier a padre (Gda)e figlio (Lda). Papà Gigi dedica all'erede una poesia scritta da Eduardo De Filippo per il suo Luca: «Si te veco, me veco. Si mme vire, te vire. Si tu parle c'è l'eco e chist'eco songh'i». Poi accompagna il ragazzo al piano sulle note della sua «Quello che fa male».
E via di duetto in duetto: Alessandra Amoroso si divide tra cose sue e «Un cuore malato»; Achille Lauro tra «16 marzo» e «Mon amour», poi Luche' («Come me»), Rosario Miraggio (un medley d'alessiano veracissimo), il mucchio selvaggio dei rapper e trapper (Clementino per «Como suena el corazon»; Lele Blade, Samurai Jay, Ivan Granatino per «Guaglione»; per «Buongiorno» arrivano anche Geolier, MV Killa, Enzo Dong, Vale Lambo, più Franco Ricciardi, che era con Gigi nel primo mucchio selvaggio neomelodico). «Cient'anne» è un trietto con Francesco Merola sul palco e papà Mario in immagine e spirito, mentre «Napule», che era in origine per quattro voci, Gda se la fa da solo, evocando Lucio Dalla.

 

Il tono è leggero, nazionalpopolare senza nessuna ambizione ad essere altro, le cartoline turistiche inneggiano alla grande bellezza oleografica della Campania, la regia di Duccio Forzano cerca di rubare alla piazza il colore dell'evento verace che la brutta giornata ha messo in sordina.

I successi di Gda ci sono (quasi) tutti: «Non mollare mai» all'inizio, «Non dirgli mai» arriva dal San Carlo con tanto di lancio sanremese di Amadeus («questo sì che è un premio alla carriera»), «Una notte al telefono» o «Insieme a lei» sono cantate solo per la piazza (e Rai Play) mentre in tv va la pubblicità e l'orchestra diretta da Adriano Pennino non si ferma mai.

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Alessandro Siani scherza sul primo concerto al San Paolo di Gda, in quello stadio che era il teatro di «un artista che con il suo strumento era il più bravo di tutti», e l'applauso per Maradona è potente, possente, melanconico. Vincenzo Salemme e Maurizio Casagrande ricordano l'importanza del teatro popolare, da Eduardo alla sceneggiata. Sorrisi e canzoni, insomma, la ricetta è antica e solida.

La fine, anche questa un esorcismo, è «Napule è»: in questi trent'anni di successo Gda ha portato a casa anche i fischi, in questa piazza, del 2008, ospite di un Daniele che voleva unire Napoli. Pino non c'è più, Gigi chiude con lui la sua festa. E, c'è da scommettere, ci sarà comunque chi avrà da ridire anche su questo. Non le fans della prima ora che stasera, nel bis con «friends only local» chiederanno a D'Alessio «solo» qualche altro pezzo dei primi tempi, oltre gli accenni a «30 canzone», «Guagliunce'», «Sotto le lenzuola», «Fotomodelle un po' povere», «Comme si' femmina» e «Annare'». E c'è da scommettere che saranno accontentate.

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