Al «Ravello festival» Stefano Bollani aveva debuttato nel 2007 in piano solo, poi nel 2015 e nel 2020. In mezzo il concerto memorabile con Chick Corea dell’11 luglio 2009. In quell’occasione due generazioni di talento purissimo si confrontarono sedute alle tastiere di due gran coda. Stesso scenario sabato sera, sempre sul belvedere di Villa Rufolo, con di fronte un altro virtuoso come il cubano Gonzalo Rubalcaba.
Nove anni di differenza e radici e percorsi artistici eterogenei hanno caratterizzato la carriera di questi due giganti del piano, che nel pieno della loro maturità artistica hanno incrociato i loro pianoforti navigando tra le atmosfere di brani come «Joan» di Rubalcaba o «Il barbone di Siviglia» di Bollani, una bellissima reinterpretazione di «Reginella» e «Samba de uma nota só» di Jobim il concerto è stato un caleidoscopio, che ha stregato la platea, gremita in ogni ordine di posto, permettendole di assistere al confronto tra due pianismi differenti ma capaci di divenire complementari e capaci di dialogare con estrema naturalezza.