«Sanremo non è curva di stadio», è polemica dopo la sconfitta di Geolier

Amadeus e Fiorello incoronano il rapper di Secondigliano

Geolier con Angelina Mango
Geolier con Angelina Mango
Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Domenica 11 Febbraio 2024, 09:30 - Ultimo agg. 12 Febbraio, 07:21
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Trovatelo un ventitreenne come lui, che invece che buttarla in cagnara, attizzare le opposte tifoserie, gridare allo scandalo, minimizzi con un sorriso amaro: «Il pubblico dell'Ariston nella serata delle cover aveva scelto un altro artista, da qui i fischi: me li sono beccati tutti io, ma non credo sia razzismo», minimizza Geolier, preparandosi al rush finale festivaliero. Poi confessa: «Certo che ritirare un premio dopo quei buuuu e mentre la gente se ne usciva dal teatro non è stata una bella sensazione, forse la peggiore esibizione della mia vita», si rammarica senza sapere che l'indegna gazzara si ripeterà anche alla lettura della classifica finale parziale, che lo vede primo, davanti ad Angelina Mango, Annalisa, Ghali ed Irama.

Gli Amarello sono al suo fianco: «Manuele è un grande, è un numero 1, anche per queste parole così pacate», dice Fiorello.

E Amadeus: «È un ragazzo molto amato, è un talento, è famoso, amato ed è stato votato anche perché aveva costruito bene la sua performance, portando sul palco tanti mondi: con Guè, con Luche' che è un simbolo di quel rap napoletano che ha conquistato l'Italia, e con Gigi D'Alessio, che rappresenta ancora un'altra fetta importante e diversa dell'universo canoro partenopeo».

Ma in rete, anche sui canali ufficiali Rai, anche da parte di una fetta di Napoli che non si sente «rappresentata» dall'artista di Secondigliano, la protesta va oltre: c'è chi se la prende con i «napolicani», chi chiama in causa i call center, chi insinua brogli senza portare alcuna prova a sostegno, se non presunte offerte di sconti di paninoteche pro Geolier: «Sono i vantaggi e gli svantaggi dei social», commenta il conduttore e direttore artistico prima di chiudere il suo quinto, e ultimo (giura), Festival. «È stato davvero molto brutto vedere la sala svuotarsi, l'Ariston comportarsi come la più brutta delle curve da stadio». Così, ad inizio della finalissima, all'ennesima salva di fischi anti-Geolier, gli tocca intervenire e chiedere «il rispetto per tutti i concorrenti». 

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Perché quello, davvero, è il problema: tifare per la commovente Angelina Mango di «La rondine» ci stava, eccome, e anche, quindi, protestare contro la vittoria di manche di Geolier. Ma succede che, tra l'Ariston paese per vecchi e i social paesi dei giovani, nel contestare il rapper saltino fuori vecchi pregiudizi anti-partenopei, alcune espressioni ricordano vergognosi cori da stadio del tipo «Vesuvio lavali con il fuoco». E spunta persino la coazione a ripetere che impone agli stessi napoletani da un lato il campanilismo esacerbato («Fns», ovvero «Forza Napoli sempre», a prescindere) e dall'altro il bisogno della city di prendere le distanze dalla periferia, che parla, canta e rappa, usando un dialetto più sporco e vivo. Dando così ragione a chi pensa che Geolier abbia «rubato» qualcosa. Mica è normale che un napoletano vinca solo perché più bravo, perché più amato, più votato, più venduto, più streammato, più visualizzato. Così persino lui, recordman di vendite del 2023 e unico artista ad aver riempito tre volte il Maradona, è costretto a difendersi: «Non ho rubato niente». 

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