Sanremo, il ribaltone: Angelina Mango vince su Geolier

Al rapper il 60% del televoto, ma stampa e radio capovolgono il risultato

Angelina Mango vince Sanremo
Angelina Mango vince Sanremo
Federico Vacalebredi ​Federico Vacalebre
Domenica 11 Febbraio 2024, 02:51 - Ultimo agg. 18:30
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Gli Amarello salutano con il botto e con la promessa che è finita qui, «almeno sino ad agosto, quando Ama di solito inizia a tornare sui suoi passi», sfotte (o no?) Ciuri, giocando a rimpiattino con l'amico di una vita. Il verdetto arriva tra le polemiche, a notte fonda, chiudendo un'edizione extralarge, con troppi cantanti (e troppi inutili, come ha confermato anche la classifica), che ha trovato nelle cinque serate i suoi protagonisti nella cinquina composta da Geolier («I' p'me, tu p'te»), Angelina Mango («La noia»), Annalisa («Sinceramente»), il Ghali di «Casa mia» fiero di essere un italiano vero di seconda generazione, e Irama («Tu no»). A decidere la canzone regina di questo 2024 un rush finale affidato a televoto, sala stampa e radio.

Alla fine vince la ventiduenne di Maratea, probabilmente trascinata dalla sala stampa, che ha penalizzato il ventitreenne di Secondigliano, al centro di una perfetta shitstorm semirazzista in rete. Terza Annalisa, quarto Ghali, quinto Irama. Al televoto non c'era gara: il 60% per il ragazzo di Secondigliano, il 16.1 per la rivelazione lucana, poi Ghali (8,3), Annalisa (8) e Irama (7,5).

Il ribaltone è stato possibile visto che sala stampa e radio hanno evidentemente fatto convergere i loro voti sul brano firmato anche da Madame e Dardust. In tempi in cui si dibatte di premio di coalizione fa impressione che possa perdere chi porta a caso più di tutti gli altri cantanto messi insieme, ma questo permetteva il regolamento e questo è successo. Dai giornalisti accredidati è arrivato il 73,5 di sostegno a «La noia» e l'1,5 a «I' p'me, tu p'te». Dalle emittenti radiofoniche il 31,2 alla prima, il 14,1 alla seconda. La polemica divampa, inevitabilmente.

Dietro i top five tutti gli altri venticinque. Al numero 6 Mahmood, al 7 la Bertè, all'8 Il Volo, al 9 Amoroso, al 10 Alfa, all'11 Gazzelle, al 13 Diodato, al 14 Emma, al 15 Fiorella Mannoia. Sedicesimi The Kolors. Solo diciannovesimi i Negramaro. Ventiduesima BigMama. Ultimo Fred De Palma. Comunque vada saranno polemiche nella terra dei cachi, dopo quelle scoppiate all'interno dell'Ariston.

Il botto inizia con gli ascolti del venerdì, manche dedicata alle cover, che fanno il pieno di spettatori: 11.893.000 telespettatori pari al 67.8% di share. Un dato mostruoso, e il Rosario della sera (ritrovata) ci gioca sopra con facilità: «Amadeus da solo batte la Meloni e la Schlein insieme. Belzebù, perché non entri in politica? Ti fai un partito, lo chiami Fratelli di Palco, Movimento 5 Scalette o SanremoViva». Ma il fuoco d'artificio più brillante arriva con il co-co Fiorello, scatenato nel danzare un mash-up tra Domenico Modugno e Michael Jackson, ma capace di trasformare in un piccolo show anche la presentazione del concorrente di turno, a cominciare dai Negramaro

Finora Ciuri si era tenuto lontano dal ruolo del presentatore, ritagliandosi quello di guastatore, di battitore libero, con il socio di ditta sempre pronto a trasformarsi in spalla per le sue incursioni. Questa volta marca il cartellino dall'inizio alla fine, si assume l'onore e l'onere del risultato finale, che comunque, già nelle precedenti quattro edizione gli doveva tantissimo. Così l'Ariston applaude il Sanremo (im)possibile, il Festival dei sogni, che veda gli Amarello giocare a tutto campo. Sembra siano destinati a tornare in coppia, la Rai gli avrebbe chiesto un altro programma, forse insisterà per, almeno, un altro Sanremo, ma, altrimenti? 

Le suggestioni sul campo sono tante, ci sono nomi che si riscaldano in panchina da tempo, come Alessandro Cattelan, che però nelle sortite generaliste non ha fatto grande effetto, o da meno, come Stefano De Martino, che è uno showman completo finora nascosto, si fa per dire, nelle seconde fila di Raidue. Qualcuno li vedrebbe addirittura assieme. Ritorni potrebbero essere quelli di Carlo Conti, di Paolo Bonolis, o anche di Antonella Clerici, ma ricevere il testimonial da Amadeus diventa difficile, come competere con i suoi risultati: a quelli televisivi si devono aggiungere quelli discografici, con le canzoni festivaliere, piacciano o meno, tornate a dettare legge nelle classifiche, capaci di far riconquistare a mamma Rai persino il pubblico giovanile che si voleva perso per sempre. Nel caso si volesse provare ad attingere al serbatoio rivale di Mediaset potrebbero tornare a circolare i nomi di Gerry Scotti e, soprattutto, di Maria De Filippi, ma pare difficile, per ora, prendere sul serio questa suggestione. Alessia Marcuzzi, Laura Pausini, Fiorella Mannoia altre ipotesi sul tappeto, anche in accoppiata, per un'edizione che voglia dare spazio ad una conduzione al femminile. E la direzione artistica? Non tutti i presentatori vorrebbero/saprebbero accogliersi il doppio compito, sdoppiarlo, potrebbe essere un'idea, ma anche un ritorno al passato. 

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Nel presente, intanto, il televoto va in tilt per eccesso di accessi (senza confermare l'operazione), Bolle incanta con un Bolero e Gigliola Cinquetti si regala un amarcord a sessant'anni da «Non ho l'età». Tutto si tiene con gli Amarello. E senza di loro?

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