Sanremo 2024, le donne sul palco dell'Ariston: «Così ci siamo rialzate dopo insulti e offese»

Da Alessandra Amoroso a BigMama, il fronte è compatto

BigMama
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Federico Vacalebredi Federico Vacalebre
Mercoledì 7 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 8 Febbraio, 06:49
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«Fino a qui», canta Alessandra Amoroso, e potrebbe farlo anche a nome di BigMama, che canta «La rabbia non ti basta» e potrebbe farlo anche a nome di Alessandra Amoroso.

Che, dopo un lungo silenzio, alla vigilia del suo primo Festival si sfoga, ripartendo dalla shitstorm che la travolse nel 2022, rea di non aver concesso un selfie a un fan. Si commuove mentre legge le parole che si è scritta «perché non volevo perdermi pezzi per strada»: «Porto a Sanremo un brano che parla di cadute, difficoltà che nella vita, grandi o piccole che siano, ci si trova inevitabilmente ad affrontare. Nell'ultimo anno io sono caduta e oggi sono qui a raccontarvi la mia versione. Mi sono sentita sopraffare da situazioni che in 15 anni non mi ero mai trovata a dover affrontare. Una valanga d'odio mi ha investita da un giorno all'altro. Non parlo dei meme, su cui ho sempre scherzato. Ma insulti gravi e minacce di morte che mi arrivavano quotidianamente». «Ancora parli, ma non ti fai schifo da sola?», «Venduta», «Hai qualche disturbo», «Che donna di mer... sei una vergogna per i tuoi genitori» sono tra quelli meno irriferibili. Poi continua: «Ho deciso di allontanarmi. Avevo bisogno di prendermi tempo per ritrovare equilibrio. Sono scappata in Colombia e per tutto il periodo che sono rimasta lì non c'è mai stato un momento in cui mi sia detta di voler tornare. Sentivo la necessità di stare lontano. Solo una mattina del febbraio scorso, dopo una chiamata del mio migliore amico, mi sono detta di dover tornare e affrontare quello che avevo lasciato. Ho ripreso il mio percorso di psicoterapia e non è stato facile. Ma piano piano mi ha aiutato a trovare prospettiva nuova. Mi sono riavvicinata alla musica». 

La sua canzone assume un altro significato, con le citazioni della «Sally» di Vasco Rossi, di un film come «L'odio» di Kassovitz, quei versi che dicono «E anche se lentamente cado giù/ da un grattacielo/ durante il volo/ piano dopo piano/ mi ripeto/ fino a qui tutto bene»: «Non è importante la caduta e neanche l'atterraggio, ma come ci si rialza e cosa si decide di imparare da quella caduta», spiega ancora.

Il suo brano «è un abito che mi sono cucita addosso, ma che può adattarsi a tutti. Negli anni ho sempre detto che per andare a Sanremo aspettavo la canzone giusta: questa lo è». L'ha scritta con Takagi e Ketra, i Boomdabash saranno con lei nella serata delle cover: «Volevo portare con me il colore della mia terra, il Salento».

Nella sua terra, l'Irpinia, dov'è nata a San Michele a Serino, a Marianna Mammone, ormai BigMama, tiravano le pietre addosso, «e solo perché ero chiatta. Io pensavo che fosse inevitabile. Poi, come se non bastasse essere donna e grassa in provincia sono diventata anche queer. Il rap e il microfono mi hanno aiutata: credere in se stessi salva la vita». Lei, proprio come Alessandra, sogna di vedere «un podio di tutte donne». Anche perché «in una società in cui regna, ridico quella parola orribile, il patriarcato, è normale che la società si basi un po' sul voler possedere una donna, governarla in ogni senso. Ci sono tantissimi colleghi uomini - cantanti, musicisti, attori - che sono grassi, ma sono riconosciuti come cantanti, musicisti, attori tout court. Noi donne restiamo invece nella categoria delle artiste chiatte».

Alessandra alle vittime degli hater sui social raccomanda: «non siete soli. Chiedere aiuto è molto importante». Marianna confessa «di aver reagito nel peggiore dei modi, che mi è rimasto ancora attaccato: quando credevo di sbagliare, quando credo di sbagliare, non mangio. Mi punisco così». 

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Ma il Festival del disagio ha protagonisti anche al maschile. Per Marco Mengoni «non bisogna uscire dalla fragilità, ma trovare degli strumenti per gestirla: fa parte dell'essere umano. Vado da una terapeuta una volta a settimana e sono felice di giocare con tutti i mie pensieri, anche quelli più estremi». Il Tre ha aperto alle spalle dell'Ariston una sorta di consultorio in cui i fan possono confrontarsi sul tema della salute mentale, di cui canta in «Fragili». E protagonisti di questo Sanremo sul lettino sono anche Alfa, Angelina Mango e Clara che hanno parlato nei giorni scorsi di salute mentale, come i La Sad che sostengono Telefono Amico e sul palco accompagnano «Autodistruttivo» con un cartello: «Non parlarne è un suicidio». 

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