Teatro Bellini di Napoli: nel cartellone 2023 Toni Servillo, Roberto Saviano e Mimmo Borrelli

La polemica dei fratelli Russo: «Peccato che per il Comune non esistiamo»

La presentazione del cartellone del teatro Bellini
La presentazione del cartellone del teatro Bellini
di Luciano Giannini
Venerdì 9 Giugno 2023, 11:00 - Ultimo agg. 10 Giugno, 09:47
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C'è gran folla al Bellini. Età media, 30 anni, anche meno. Corridoi, foyer, bar, libreria, la platea senza poltrone, e i palchi, anche quelli di terza e quarta fila: non si sa dove mettere tanta gente. Tutti accorsi per l'happening con cui Daniele, Gabriele e Roberta Russo, padroni di casa, hanno inteso, anche quest'anno, presentare la stagione 2023-2024, che comincerà nel segno di Napoli, per poi aprirsi al mondo.

Lo testimoniano gli spettacoli scelti per l'inaugurazione e la chiusura; il 13 ottobre «SangheNapule - Vita straordinaria di San Gennaro», al debutto partenopeo, con i suoi autori Roberto Saviano e Mimmo Borrelli; il 28 maggio «One song - Historie(s) du théâtre IV», progetto, regia e scenografia di Miet Warlop, rivelazione del festival di Avignone 2022, «celebrato dal New Yort Times per la forza della messinscena», precisa Gabriele.

I cartelloni si riassumono anche in numeri: oltre 500 appuntamenti nell'arco di nove mesi; 28 spettacoli e 180 repliche in sala grande, 25 (180 repliche) in quella piccola; 70 tra laboratori, eventi per le scuole, infanzia e famiglie. «E le presenze della stagione appena terminata, superiori alle più ottimistiche attese, confermano le nostre scelte: 95.000 presenze, con la sala piccola piena, in media, al 92%.

Tanto che ormai l'incasso ha raggiunto quasi il 50% delle nostre fonti di finanziamento». I Russo propongono il teatro che a loro piace; e lo comunicano con il gusto e la modernità che naturalmente esprimono; perciò attraggono le nuove generazioni.

La stagione del Bellini è contemporanea, multiforme, leggera eppure mai accomodante, ha il ritmo dei nostri tempi digitali pur essendo analogica, ed è sempre più attenta alle tendenze del teatro che si vede oltre i confini nazionali. I Russo: «La proposta internazionale comprende stavolta cinque titoli, sette se consideriamo i due fuori abbonamento: Whispers of him, danza contemporanea di Garret Smith; e lo spettacolo di Natale, Tilt, con una compagnia di 25 attori nata da una costola del Cirque du soleil. E abbiamo deciso di presentarli non come incursioni occasionali, bensì come normali presenze del cartellone. Per esempio, Fortress of smile, di Kuro Tanino, espressione del moderno teatro giapponese, sarà al Piccolo di Milano per due giorni e da noi per sette». La sezione estera si completa con la potente danza dell'israeliano Emanuel Gat («Lovetrain2020»), il ritorno dei tedeschi Family Floz (il nuovo «Hocuspocus») e un «Rocky Horror show» non addomesticato all'italiana, ma nella versione di Richard O'Brian.

Oltre «Sanghenapule», la città obliqua sarà declinata da un doppio Ruccello: la ripresa delle «Cinque rose di Jennifer» (Daniele Russo in scena e Gabriele in regia); dal nuovo allestimento di «Ferdinando» firmato da Arturo Cirillo; e dall'«Opera pezzentella» di Mimmo Borrelli, con gli attori della «sua» Bellini Factory.

Dunque, il mondo, Napoli... poi, l'Italia: Daniele Russo sarà con Sergio Rubini nel «Caso Jekyll»; Popolizio darà vita al Miller di «Uno sguardo dal ponte»; da Torino arriverà l'applaudito «Agosto a Osage County», con la Bonaiuto e Filippo Dini, che firma la regia e sarà in stagione anche con «Misery» (da Stephen King). Ancora: il provocatorio «Cirano deve morire» in chiave rap di Leonardo Manzan; il caso «Festen», un classico europeo ma per la prima volta in Italia, dal film danese di Vinterberg, premiato a Cannes 51 da Scorsese. Tornerà Carrozzeria Orfeo con «Salveremo il mondo prima dell'alba»; Lino Guanciale evocherà «I funerali di Napoleone» di Hugo in «Napoleone - La morte di Dio»; Malosti e Anna Della Rosa saranno in «Antonio e Cleopatra»; Stefano Massini, mai a Napoli finora, porterà «L'interpretazione dei sogni» di Freud; Drusilla Foer si vestirà da «Venere nemica», adattando a sé il mito di Amore e Psiche; e Toni Servillo riprenderà «Tre modi per non morire». 

C'è l'imbarazzo della scelta nel cartellone del Piccolo Bellini, tra le coreografie di Niko Piscopo («Memento») e i «Muratori» di Erba; ancora Manzan rifletterà sulla censura nel suo «Glory wall»; Sinisi si occuperà del ventenne Hitler in «Gloria»; Roberto Capasso del Petito di «Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione». Ci saranno altri autori emergenti, come Palazzolo, Tarantino, Joele Anastasi, la Calamaro, Fabiana Iacozzilli, Aldrovandi e il gruppo di Generazione Disagio. Teatro del presente, al ritmo del presente.

I Russo: «Peccato che per il Comune non esistiamo. E non elemosiniamo contributi, ma servizi. Tanti incontri, ma finora solo promesse. Non riusciamo ad avere neppure le strisce di divieto di sosta per carico e scarico». 

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