Vanessa Scalera al Diana: «Il teatro è uno specchio proprio come la vita»

«Aspetto la data per tornare sul set di Imma Tataranni»

Vanessa Scalera sul set
Vanessa Scalera sul set
di Luciano Giannini
Martedì 27 Febbraio 2024, 07:00 - Ultimo agg. 28 Febbraio, 07:29
4 Minuti di Lettura

Imma Tataranni; l'Eduardo di Filumena Marturano e Amalia Jovine in tv, con Massimiliano Gallo; ora, di nuovo il teatro-teatro con «La sorella migliore», di Filippo Gili, al debutto napoletano domani sul palcoscenico del Diana. Vanessa Scalera è in scena con Daniela Marra, Giovanni Anzaldo e Michela Martini. La regia è di Francesco Frangipane, che definisce la drammaturgia «una tragedia contemporanea».

D'accordo, Vanessa? «Senza dubbio.

C'è un evento scatenante, che altera tutti i rapporti di una famiglia composta da madre, due sorelle e un fratello».

Che cosa accadrebbe in un uomo, agli arresti domiciliari per omicidio stradale, se venisse a sapere che la donna da lui investita avrebbe avuto, dall'istante dell'incidente, soltanto tre mesi di vita? Questo è «l'evento scatenante» cui accenna la Scalera. Il nucleo da cui si snoda la trama rimanda a un tormento etico, «che può riguardare ciascuno di noi», precisa l'attrice pugliese. In molti la colpa di aver reciso una vita resterebbe anche dopo aver ricevuto una notizia che potrebbe alleviarla. Cosa ne pensa? «Sono d'accordo. Conoscerla può alleviarla, non cancellarla. Forse, riuscirei a dormire tre ore in più, ma la ferita non diventerebbe più superficiale. I testi di Gili non lasciano conforto, né nel pubblico né in noi interpreti. Tantomeno, offrono soluzioni certe. Gli esiti delle sue storie restano in sospensione, sono privi di soluzioni chiare o consolatorie. Non c'è lieto fine, insomma. Gili lascia al pubblico la possibilità di specchiarsi. D'altronde, anche nella vita, quasi sempre, accade lo stesso. E il teatro è la sua rappresentazione».

La Scalera è la sorella avvocato, colei che rivela l'evento scatenante; ma è anche colei che serba da anni una verità scomoda, foriera di altre reazioni. Ma, alla fine... chi è la sorella migliore? «Secondo me, non c'è. Entrambe sono due esseri umani alle prese con un dramma generato dal fratello. Gli spettatori sono liberi di simpatizzare per ciascuna delle due».

Frangipane, come si costruisce la regia di un dramma contemporaneo, in cui il realismo rischia di banalizzare l'allestimento? «Questa domanda è pane quotidiano per chiunque di noi. Qui abbiamo scelto alcuni elementi astratti, che evochino la quotidianità della situazione. I drammi di Gili si sviluppano in famiglia, spesso attorno alla tavola, durante il pranzo. Io, per esempio, preferisco che gli attori non fingano».

E Vanessa: «Sì, la tournée è lunga e... stiamo mangiando tanto». Frangipane: «Voglio che il pubblico ritrovi qualcosa di famigliare». Quanto agli elementi astratti di scenografia, «sul fondale si vedono una enorme tenda di un caldo giallo-ocra e finte pareti. I quadri e uno specchio, dunque, sono appesi al nulla. Il microcosmo privato è come un'isola immersa in uno spazio vuoto».

Video

Gili, Scalera, Frangipane e, cioè, un autore, un'attrice, un regista (che è direttore artistico dell'Argot Studio di Roma): i tre si conoscono da anni e da anni lavorano insieme. Vanessa: «Ormai siamo un sodalizio di vita e d'arte. Non ho preferenze tra testi classici e contemporanei, ma amo le drammaturgie di Gili che, ormai, sono un vocabolario comune, incarnano una comune visione del teatro e raccontano anche di noi... gusti, amicizie, rapporti umani. Per esempio, per “La sorella migliore”, ho costruito il mio personaggio anche grazie alla conoscenza che ho non soltanto dei miei due sodali, ma anche degli altri interpreti. In tournée viaggiamo insieme su un minibus, viviamo insieme, creando dinamiche interpersonali e una fratellanza che danno i loro frutti. Sulla scena mi confronto con il personaggio che ho di fronte; e con l'essere umano che lo interpreta, una persona che stimo e conosco bene. Peraltro, nessuno ostenta pruderie, perché non ne abbiamo neppure nella vita. E il pubblico si accorge di questa coralità».

Non rivedremo la coppia Scalera-Gallo in altre commedie di Eduardo, «mentre aspetto la data per tornare sul set di Imma Tataranni. Sarà la quarta stagione». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA