Non è L'Arena, che scontro tra De Magistris e Mastella: volano parole grosse

Non è L'Arena, che scontro tra De Magistris e Mastella: volano parole grosse
Lunedì 8 Febbraio 2021, 16:36
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Il duro scontro fra l'ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella, e l'ex pm Luigi De Magistris, andato in onda ieri sera a 'Non è l'Arenà, ha sullo sfondo gli anni in cui l'attuale sindaco di Napoli era sostituto procuratore a Catanzaro nonché la «guerra» fra le procure di Catanzaro e Salerno. De Magistris, ad un certo punto della trasmissione, ha parlato di «corto circuito istituzionale» che produsse «una sorta di golpe istituzionale senza armi» ai suoi danni, scattato, a suo dire, quando «verso la metà del 2007, mi trovai nell'ambito dell'inchiesta 'WhyNot' a indagare l'allora presidente del Consiglio Romano Prodi e anche l'allora ministro della Giustizia Clemente Mastella».

A quel punto, ha aggiunto De Magistris, «c'è l'unione di tutte le correnti, perché poi Mastella in questo era stato abile, al ministero aveva messo i riferimenti di tutte le correnti, scatta a settembre la richiesta di trasferimento d'urgenza del ministro, ministro coinvolto nelle indagini che chiede il trasferimento del pm che indaga sul presidente del Consiglio che ha nominato quel ministro della Giustizia.

Quindi si attiva il procedimento disciplinare e tutti sono d'accordo: la procura generale della Cassazione, il ministro della Giustizia, l'Ispettorato, le interrogazioni parlamentari, tutte le correnti, e, come dire, il bollino finale, io lo chiamerei il mandante di questa operazione, comunque chi dà la copertura finale, è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che era anche presidente del Csm».

Nel paragrafo «Precedenti professionali antecedenti all'ultimo quinquennio ma rientranti nel periodo di valutazione», il Consiglio giudiziario, poi, annota che «nelle precedenti valutazioni viene delineato un quadro positivo del dottore De Magistris, ponendo in evidenza, sotto alcuni aspetti, doti anche superiori alla media. La valutazione positiva investe non solo il profilo professionale quanto quello personale. Il periodo di valutazione 1998 - 2002, tuttavia, ha ad oggetto l'attività prestata nel distretto napoletano».

E ancora, nel paragrafo «Valutazione dei provvedimenti acquisiti», si legge: «L'esame dei dati acquisiti consente di esprimere perplessità in punto di valutazione che non può essere positiva. Il rapporto statistico indagini/giudizio lascia emergere una anomalia, denunciata anche dal Procuratore Generale, poiché numerosi procedimenti del dr. De Magistris non hanno condotto a nessuna fondatezza dell'accusa. Non solo: nei provvedimenti si configurano violazioni manifeste di legge (addirittura diritti costituzionali) ovvero si radicano 'prassì senza alcun fondamento normativo (come in materia di intercettazioni)»

Appresso, il procuratore generale evidenzia anche un caso in cui De Magistris ha chiesto la custodia cautelare per sei persone ma il Gip l'ha rigettata disponendo solo una misura interdittive per due persone (decisione di rigetto confermata anche TdR e dalla Cassazione). Nell'ambito di un'altra inchiesta, evidenzia ancora il procuratore generale, De Magistris «invia informazioni di garanzia nei confronti dell'on. Angela Napoli, Presidente della commissione antimafia, e dell'on. Giuseppe Valentino, sottosegretario alla Giustizia, tra l'altro per il delitto di concorso esterno in associazione mafiosa. II procedimento relativo viene archiviato (…) dal consigliere dirigente dell'Ufficio del GIP con motivazione diversa da quella proposta dai pm, tra cui De Magistris primo titolare dell'indagine: veniva stigmatizzata l'utilizzazione contra-legem di intercettazioni, peraltro irrilevanti, di conversazioni tra i predetti parlamentari ed altri soggetti».

E «oltremodo significativo - scrive il procuratore generale -, che il gip, oltre a denunciare la violazione di norme di portata costituzionale (violazione che si è ripetuta nel proc. Contro Clemente Mastella), sottolineava che, nonché non sussistere elementi di sostegno all'accusa, vi erano in atti elementi di segno contrario comprovanti la palese estraneità nei fatti dei due indagati parlamentari». 

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