Patatine al posto dell'ostia, arriva lo stop allo spot: «Offende le convinzioni morali, civile e religiose del pubblico»

Le lamentele dopo che era andata in onda la pubblicità in cui alcune suore si avviavano a ricevere l'eucarestia, ma al posto dell'ostia ricevevano una patatina

Patatine al posto dell'ostia, arriva lo stop allo spot di Amica Chips: «Offende le convinzioni morali, civile e religiose del pubblico»
Patatine al posto dell'ostia, arriva lo stop allo spot di Amica Chips: «Offende le convinzioni morali, civile e religiose del pubblico»
Martedì 9 Aprile 2024, 16:42 - Ultimo agg. 11 Aprile, 12:36
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Alla fine è arrivato lo stop. Lo spot delle patatine Amica Chips non andrà più in onda: nelle scorse ore la pubblicità era finita al centro del dibattito perché le immagini erano state ritenute blasfeme da migliaia di telespettatori che avevano avanzato le lamentele. In un monastero alcune suore si avviavano a ricevere l'eucarestia, ma al posto dell'ostia ricevevano una patatina. Lo spot era finito subito nel mirino dell'Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione) ma anche di diversi utenti. Poi la decisione: il Comitato di Controllo dell'Istituto di autodisciplina pubblicitaria (Iap) «ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l'art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, secondo cui: "La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose"».

Video

Stop allo spot di Amica Chips

«Con riferimento alla campagna pubblicitaria relativa alle patatine Amica Chips, diffusa attraverso alcune emittenti televisive e via web - spiega una nota dello Iap - per rispondere alle numerose richieste di chiarimenti nonché alle segnalazioni da parte di cittadini giunte alla segreteria dell'Istituto si desidera precisare quanto segue.

La campagna pubblicitaria, ambientata in un convento e con sottofondo musicale l'Ave Maria di Schubert, mostra un gruppo di suore novizie dirigersi verso l'altare della chiesa per prendere la comunione. Non appena la prima novizia della fila riceve dal sacerdote l'ostia (nella versione web una patatina) si sente un sonoro scrocchio riecheggiare nella chiesa. Stupita e imbarazzata di poter essere la causa di quell'imprevista emissione, la novizia si volta verso la sagrestia dove una altra suora sta sgranocchiando le croccanti patatine pubblicizzate, prendendole dal sacchetto. Il video si conclude con le immagini del prodotto e il claim "Amica chips il divino quotidiano"».

«Il Comitato di Controllo - continua la nota - ha ingiunto le parti coinvolte di desistere dalla diffusione di tale campagna ritenendola in contrasto con l'art. 10 - Convinzioni morali, civili, religiose e dignità della persona - del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, secondo cui: "La comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose". Ad avviso del Comitato il parallelismo che il messaggio instaura tra la patatina, descritta come 'il divino quotidianò, e l'ostia, che rappresenta evidentemente il divino, si sostanzia nella derisione del senso profondo del sacramento dell'eucaristia, rendendo più che ragionevole che il credente e non solo si senta offeso». Il Giurì, si ricorda, «in molte sue decisioni ha sottolineato che l'art. 10 del Codice Iap è posto a tutela della sensibilità dei consumatori i quali hanno il diritto di non essere urtati nelle più profonde convinzioni da campagne pubblicitarie che essendo strumentali ad interessi di natura prettamente economica non devono confliggere con valori tendenzialmente assoluti e di rango superiore tra i quali un posto di primissimo rango compete alle convinzioni religiose, che il Codice di Autodisciplina protegge non già come un bene della collettività italiana o della sua maggioranza, bensì, in armonia con la Costituzione e sulla scia della concezione liberale della tutela del sentimento religioso come un bene individuale, che viene riconosciuto, in modo assolutamente paritario, a tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta fra le possibili opzioni religiose». Il provvedimento del Comitato di Controllo «potrà essere opposto dalle parti ingiunte con motivata opposizione al Comitato di Controllo nel termine non prorogabile di sette giorni», conclude la nota.

La segnalazione dell'Aiart

Giovanni Baggio, presidente dell’Aiart, aveva definito «penoso» e «blasfemo» il messaggio pubblicitario. «Lo spot di Amica Chips è mancanza di rispetto e di creatività, oltre che spia dell'incapacità di fare marketing senza ricorrere a simboli che con il consumo e il croccante nulla hanno a che fare - continua il presidente dell'Aiart – Strappare un applauso ad un pubblico compiacente con riferimenti blasfemi, è degradante per chi fa, o pretende di fare, pubblicità».

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