La sfida di Africano alla federboxe campana:
«Verso il futuro con una gestione imprenditoriale»

Rosario Africano
Rosario Africano
di Gianluca Agata
Mercoledì 25 Novembre 2020, 15:26 - Ultimo agg. 16:26
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Traghettare il pugilato campano in un futuro ove si possa fare squadra, ove atleti e maestri possano mettere a disposizione la loro professionalità per il bene di tutti. Perché «Nessuno vuole insegnare in casa degli altri, ma sono convinto che mettendo a disposizione la propria esperienza tutti possano trarne giovamento» Rosario Africano, 54 anni, di Pompei, manager del settore alberghiero e presidente da quindici anni della Boxe vesuviana che ha prodotto quel gioiellino che si chiama Irma Testa, scende nuovamente in campo per la presidenza regionale della federpugilato. Appuntamento sabato al Palazzurro di Pagani. Sul ring "figurato" la sfida è con Angelo Musone, avversario che sul quadrato ha dato meglio di sé. Due facce della stessa medaglia: aspetto dirigenziale e allenamenti tra le corde che Africano promette di far coesistere. «Il pugilato deve fare un passo avanti verso il futuro. Non possiamo essere sempre legati agli schemi palestre-maestri. Intendiamoci, nessuno vuore andare ad insegnare a casa di altri.  Ma ciò non vuol dire che chi non ha fatto il pugile non possa essere un buon dirigente. Da presidente non devo stare all'angolo ad allenare, ma mettere i pugili nelle condizioni migliori per poter combattere». E qui arriva in aiuto la squadra: «Marketing, fiscalista, avvocato - continua Africano - per proiettarsi nel futuro c'è bisogno di professionalità che al momento non sono presenti nel nostro mondo dove il maestro è punto di riferimento di tutto».

Il modello è quello attuato nel pugilato femminile campano di cui Africano rivendica i risultati essendone stato responsabile del settore per otto anni: «Abbiamo riunito ragazze da venti palestre diverse. Le abbiamo fatte allenare insieme. Ognuna ha condiviso la propria esperienza con l'altra». E da qui la nidiata che ha prodotto pugili come Irma Testa, Miriam Tommasone, Susy Canfora, Concetta Marchese, Francesca Martusciello, Giovanna Marchese, Angela Carini ed ha condotto alla nascita del gruppo sportivo femminile dei carabinieri a Miano. «E' vero che la Campania fornisce il 90% degli atleti alla Nazionale italiana - continua Africano - ma è altrettanto vero che c'è bisogno di un ricambio generazionale.

E lo si può fare solo mettendo in campo sinergie e forze comuni».

Una passione, quella del pugilato femminile, che arriva da lontano: prima il compianto maestro Leone Fazio, poi il, papà Franco Africano, ora il figlio Rosario mentore della wbl, la women boxeur League, campionato italiano femminile per regioni. «Musone? Io non ho nessuna medaglia olimpica e nessun collare d'oro. Mi si contesta di non aver trascorsi pugilistici. Posso dire che non si ricokrda grande traccia del Musone dirigente in federazione»

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