Calì, l'ingegnere posillipino
con la Ferrari nel cuore

Posillipino
Posillipino
di Diego Scarpitti
Venerdì 5 Giugno 2020, 21:46
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Scuderia Posillipo. Il Vesuvio e il mare, le barche e i suoi compagni. Con la «colonna» Tommaso Negri (ex ma non troppo) alle sue spalle. Sorrisi e complimenti per Marcello Calì, festeggiato a dovere in casa rossoverde. Corona d’alloro per il centroboa classe’98. Laurea triennale in Ingegneria Aerospaziale alla Federico II: voto110 cum laude e applausi.
 
 

Percorso. «E’ stato difficile conciliare sport e studio. Ho impiegato dedizione, passione e tanto impegno. La pallanuoto mi ha aiutato ad essere sempre ordinato, organizzato e disciplinato, soprattutto con gli orari», dichiara soddisfatto il neo ingegnere. «E’ un traguardo ma è soltanto il primo passo. Continuerò a studiare», riferisce convinto il pallanuotista posillipino, che ha frequentato il liceo classico Umberto.  
 
Tesi italospagnola in «Stress Concentration Factor in loaded strips and factors», coronamento del progetto Erasmus presso l’Universidad de Sevilla, sotto l’egida dei professori Francesco Marulo e Israel García García. «Siviglia esperienza eccezionale che consiglio a tutti: allarga gli orizzonti. Davvero utile il confronto con i ragazzi europei».
 
Amore per la pallanuoto coltivata in combinato disposto con lo studio. Trascinatore e protagonista anche in Spagna, dove ha indossato la calottina del Club Waterpolo Sevilla. «Mi sono informato se ci fosse una squadra. Mi sono presentato in piscina per valutare la possibilità di giocare: centro polisportivo gigantesco. Approvata la mia autocandidatura. In Segunda Division (corrisponde alla nostra serie B) il campionato è stato interrotto, quando eravamo primi in classifica. Siamo stati automaticamente promossi in Primeira Liga (equivalente della A2)», racconta Marcello, che ha incrociato un ragazzo italiano che giocava con il Valencia e un avversario che conosceva Massimo Di Martire.
 
A marzo il ritorno a casa. «Sono molto legato a Napoli, dove la didattica è di altissimo livello, superiore a quella di altre città. La Federico II è un’eccellenza. Il settore aerospaziale è risultato secondo in Europa lo scorso anno e 17esimo nel mondo, ovviamente primo in Italia». Vanto e orgoglio da far invidia. «Mi piacerebbe la carriera accademica ma sogno la Ferrari: la scuderia del cavallino rampante mi ha sempre affascinato», ammette. «Sarei andato al Gp di Jerez de la Frontera, non molto lontana da Siviglia», afferma il tifoso della casa di Maranello.
  
Due pallanuotisti sotto lo stesso tetto e famiglia sportiva. Fattore M. Stesse iniziali per papà Maurizio, mamma Monica e per il fratello Matteo, campione d’Italia under 20 con i colori rossoverdi ovviamente. Tutti a Ostia nel 2019 a festeggiare il tricolore giovanile ma non solo. In giro per il mondo a seguire grandi eventi. Tanto da essere inquadrati sugli spalti a festeggiare il bronzo del Settebello a Rio 2016. Tripletta, urlo e pugno sinistro chiuso di Valentino Gallo (allora) capitano del Posillipo davanti al volto smorto di Darko Brguljan, ex Canottieri Napoli.
Italia-Montenegro 12-10 e al sigillo finale di Matteo Aicardi scatta l’esultanza. Con immancabile bandiera dello scudetto del Napoli.

Giramondo. "Sono appassionato di sport. La nostra avventura familiare alle Olimpiadi è iniziata per caso ad Atene 2004. Papà ha giocato a basket (anch’io prima di indossare la calottina) e da appassionato di pallanuoto è stato spettatore a Barcellona’92», ricorda Calì.
 
«All’epoca mio padre Maurizio comprò i biglietti a scatola chiusa di quella che poi si rivelò una finale epica. In Grecia abbiamo assistito alla finale di pallacanestro tra Italia e Argentina: non potevamo non andare ad Atene. Anche a Londra 2012 eravamo presenti finale Italia contro Croazia di Ratko Rudic, culminata con l’argento a cinque cerchi. In Brasile abbiamo seguito tutte le gare di pallanuoto dai gironi in poi». Turismo sportivo e vacanze si saldano, nuovo binomio. Prossima tappa il Giappone? «Tokyo 2021 è una bella suggestione, l’idea piace».
 
Tratti rosso-verdi per Marcello Calì, dall’alloro alle Olimpiadi con il sogno Ferrari nel cuore.
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