Mondiali di nuoto, oro da record per Qin: mai nessuno come lui nella rana. O’Callaghan vince anche i 100 stile libero

Nessuna medaglia per la vasca italiana a Fukuoka

Mondiali di nuoto, ori da record per Qin: mai nessuno come lui nella rana. O’Callaghan vince anche i 100 stile libero
Mondiali di nuoto, ori da record per Qin: mai nessuno come lui nella rana. O’Callaghan vince anche i 100 stile libero
di Piero Mei
Venerdì 28 Luglio 2023, 16:03 - Ultimo agg. 29 Luglio, 17:38
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L’Italia si fa rivedere nella piscina del nuoto mondiale a Fukuoka, dopo un paio di giorni grigi. Aveva una sola finale, la staffetta 4x200 dei maschi, ed è stata quinta, con poco da chiederle in più; aveva avuto nella notte la qualificazione di Simona Quadarella negli 800 e l’ha presa; aveva gli sprinter puri, quelli dei 50 stile libero, e uno di loro, Leonardo Deplano, ha superato la tagliola della batteria e quella della semifinale, e domani, ora di pranzo, sarà fra i magnifici otto del mondo. Il quale mondo si sta godendo spettacoli mai visti, come Qin Haiyang, signore delle rane, e Mollie O’Callaghan con il suo stile libero.

Simona c'è, Leonardo pure

«L’argento dei 1500 forse mi ha fatto rilassare un po’ e l’ho presa soft; l’importante non era il tempo ma l’ingresso in finale e questo è venuto; magari non essere in mezzo mi darà meno pressione, e siamo tutte un po’ lì che ce la giochiamo» ha detto la mattutina Simona che ha chiuso con il sesto tempo, 8:21.65. Ha ragione, anche se non proprio tutte sono lì, giacché Katie Ledecky ha finito in 8:15.60, cinque secondi avanti a tutte. La gara, domani, è alle 14.23, ora italiana.

Anche Leonardo Deplano ha il sesto tempo d’accesso, 21.74: i 50 sono sempre una gara indecifrabile, il tuffo, l’apnea (“ho respirato tre volte” racconta Deplano), gli spruzzi, le onde ed è subito piastra. Il più veloce fin qui l’americano McEvoy seguito dal concittadini promessa Jack Alexy. «Bei nomi, importanti: sarà una bella gara da nuotare» promette Leonardo. Non la nuoterà Florent Manaudou, eliminato in semi.

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Caliamo gli assi

Domani ci sarà anche il ritorno in gara di Thomas Ceccon nei 50 dorso e il debutto d’occasione di Benny Pilato nei suoi 50 rana.

A Kazan il russo qui interdetto, Kliment Kolesnikov, ha nuotato da mondiale, 23.55, meglio del primato in vigore dell’americano Armstrong, 23.71. Sarà omologato? I russi sono considerati out e dunque si discuterà. Sono messi fuori come se la guerra fosse colpa loro oltre che di Putin, ma nel tennis giocano, nella scherma combattono. Nel nuoto fuori, nell’atletica fuori. Che sarà a Parigi? E perché i russi fuori e tutti gli altri di Paesi belligeranti no? E’ questo lo spirito olimpico?

Kolesnikov, pare, si consolerà per ora con il milione di rubli (10 mila euro circa) dati in premio a chi fa a Kazan in contemporanea tempi migliori dei vincitori a Fukuoka: lui lo ha già fatto nei 100 dorso e per passare alla cassa aspetta quel che succederà fra domani e domenica nei 50. Benny, appena maturata al liceo e in attesa di trasferirsi a Torino ad allenarsi con il suo Alessandro Miressi, è attesa con fiducia e curiosità: questa fu la gara che la lanciò quasi bambina nel mondo internazionale del nuoto, argento a Gwangju 2019.

Staffetta da futuro

È buona in chiave di futuro la staffetta 4x200, quinta dietro gli imbattibili inglesi, gli americani, gli australiani e la Francia di Marchand. Buona perché il quinto posto ipoteca la qualificazione olimpica che va a ranking ed il 7:03.95 è venuto dopo una deludente apertura di Marco De Tullio (1:47.73: «Il mio mondiale è cominciato male e finito peggio; ma se si impara dagli errori, qui ho molto da imparare: ne ho fatti tanti»), una seconda frazione di un ritrovatissimo Filippo Megli (1:44.95, uno dei nove staffettisti impegnati finito sotto l’1:45, tra gli altri c’è Marchand, l’inglese Dean ha chiuso addirittura a 1:43.84 e il primo tedesco Martens l’ha fatto partendo da fermo!). Venivano poi Ciampi (1:46.03) e Di Cola (1:45.55) che diceva: «Non siamo lontani da quelli davanti, l’anno prossimo ci rimetteremo al lavoro e faremo ancora meglio».

Il re ranocchio

Si chiama Qin Haiyang, è la conferma della Cina che torna, ha 24 anni, ha vinto con il record del mondo, 2:05.48 i 200 rana, precedendo il vecchio detentore, l’australiano Stubblety-Cook il cui primato era di 2:05.95.  È stata la terza vittoria individuale per Qin Hayang che ha fatto qualcosa di mai fatto: prendersi tutte e tre le gare della rana a un mondiale, 50, 100 e 200 metri.

Deve esserci una speciale favorevole congiunzione astrale nel nascere il 17 maggio, perché se nel 1999 in quel giorno è nato Qin Haiang, tre anni dopo, il 17 maggio 2002, è nato l’altro fenomeno, questo multistile, il francese Léon Marchand.

 

Mollie, sempre Mollie

Continua trionfale il mondiale di Mollie O’Callaghan. Aveva tre mesi quando Federica nostra vinceva la prima medaglia olimpica (2004), ne ha 19 e dopo 14 anni di regno ha appena tolto alla Pellegrini il primato mondiale vincendo l’altro giorno l’oro di Fukuoka nei 200. Oggi ha vinto quello dei 100 stile libero, riportando in voga un nuoto all’antica, quando la doppietta 100-200 non era così insolita, mentre negli ultimi tempi il “doblete” riguardava lo sprint, 50 e 100. Ai due ori individuali la giovane australiana ha già aggiunto i due di staffetta dello stile libero, totale quattro. 52.16 il crono d’oro di Mollie davanti alla Haughey, 52.49 per la ragazza di Hong Kong, ed all’olandese Steenbergen, 52.71.

Il nuoto che include

I 100 farfalla furono la prima gara olimpica che assegnò un oro a un nuotatore afroamericano, Anthony Nesty del Surinam a Seul ’88. Un nuotatore nero fu una assoluta rarità. Ma, fortunatamente, la globalizzazione sta arrivando anche in piscina, spazzando i pregiudizi. E proprio le semifinali dei 100 farfalla uomini sono state appannaggio di due “afro”, lo statunitense Dare Rose, il cui nome all’anagrafe è Odare, che nella lingua nigeriana di suo nonno vuol dire “dono di Dio”, e il canadese Joshua Liendo, nato a Toronto ma cresciuto a Trinidad e Tobago, terra d’origine familiare. Sono entrambi del 2002. 50.53 il miglior crono che è del ragazzo di New York. “Sono venuto su da piccolo vicino all’Oceano, mi ci sono buttato con i braccioli e mi sono innamorato del nuoto: mai avuto paura” ha detto. Lo staff americano lo guarda come l’atout per Parigi.

Finali di ritorno

Il sapore d’altri tempi è nell’oro delle altre finali: i 200 rana sono della sudafricana Tatjiana Schoenmaker, 2:20.80, che riporta in auge la sua bandiera (la ragazza ha un pianto torrenziale che dura minuti), e del giovane ungherese Hubert Kos che vince i 200 dorso in 1:54.14 costringendo alla resa il favorito americano Ryan Murphy e rimette l’Ungheria sul trono di uno stile che fece la sua gloria, un nome per tutti Krisztina Egerszegi, detta “topolino”, filante più d’una stella filante a Carnevale.

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