Napoli City Half Marathon 2022, Capalbo:
«Siamo entrati nel cuore della città»

Carlo Capalbo-Yeman Crippa
Carlo Capalbo-Yeman Crippa
di Diego Scarpitti
Martedì 1 Marzo 2022, 11:41
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«Una scommessa vinta». Tanti sono i motivi del successo, ben evidenti e sotto gli occhi di tutti. Primati, numeri importanti e una macchina organizzativa perfetta. Difficile poter dimenticare la Napoli City Half Marathon 2022, l’edizione che ha scritto una pagina storica dell’atletica nostrana ed europea. Straordinario davvero Yeman Crippa, che ha segnato il record Italiano con il crono di 59’26”, scendendo sotto l’ora. Si è sprigionata una kermesse in totale sicurezza, configurandosi come manifestazione di massa e di portata internazionale sul suolo italico. E poi la cartolina unica al mondo. Tutto è filato per il verso giusto, e non certo per una congiuntura astrale o semplici coincidenze.

Fattore C al quadrato. Carlo Capalbo e Yeman Crippa, avvolto nel tricolore, vicini dopo la linea del traguardo. E’ l’immagine potente che sintetizza il tutto, con il pubblico intento a scattare foto, per immortalare il momento. «Merito di Crippa e team. Un successo grazie al lavoro di squadra», spiega il presidente della Napoli Running. «Half Marathon è un evento che non si può realizzare soltanto con una testa di una persona. Un gioco di squadra iniziato tre mesi fa, quando si contavano 200mila casi di positivi. E abbiamo deciso di farlo. Abbiamo scommesso su basi scientifiche ma abbiamo scommesso e ci siamo riusciti. L’abbiamo preparata in dettaglio e abbiamo lavorato per il risultato finale», afferma soddisfatto Capalbo.

 

Nulla è stato tralasciato nella costruzione della mezza maratona all’ombra del Vesuvio. «Abbiamo pensato a tutto e una piccola dose di fortuna non deve mancare mai. E poi Yeman era convinto di stupire». E così è stato.

Grande Bellezza. «La Napoli City Half Marathon ha promosso l’immagine internazionale della città su larga scala. Il mondo ne parla con un risalto maggiore. Napoli può considerarsi a tutti gli effetti capitale del running», asserisce convinto Capalbo.

Sguardo al futuro. «Abbiamo lavorato contro tutto e tutti. E’ stato difficilissimo: in primis bisognava convincere le istituzioni, guadagnare la loro fiducia. Ce l’abbiamo fatta. Dobbiamo vincere ora lo scudetto del running. Siamo entrati nel gruppo della Champions League». Usa una metafora calzante il classe 1957, che rende appieno l’idea. «Tra un paio d’anni vinciamo e ci accomodiamo nelle prime dieci mezze maratone in Europa», avverte Capalbo.

Risposte ottimistiche. «Difficile rendersene conto all’inizio. Poi è stata accordata piena fiducia con tutte le precauzioni del caso: rischi azzerati. Evidente l’entusiasmo dell’assessore allo sport del Comune di Napoli, Emanuela Ferrante: è anche merito suo», tiene a precisare l’organizzatore della ammaliante kermesse nell’urbe di Partenope.

Atletica. «Evento sportivo di alta competitività. E’ uno sport dove non vince solo il più bravo ma vince chi finisce. Ampia la sua portata, perché genera impatti molteplici. Sulla salute, perché le persone si muovono. Con la Family Run partecipano anche i bambini. Incide nel sociale: chi corre di solito è socialmente responsabile. Non ultimo l’impatto economico e le conseguenti ricadute sulla città. Sono aspetti da tenere in considerazione, che travalicano quelli puramente sportivi», rileva Capalbo.

Colpo d’occhio magnifico.

Città centrata e concentrata. «La marea umana per le strade mi ha meravigliato. Tifava tanta gente: segnale evidente che abbiamo bucato il video. Le persone si lasciano trasportare e si appassionano: è questo il messaggio più potente. Vuol dire che il pubblico è il vero successo. Incominciano ad essere fieri e a sentire l’evento in maniera profonda. Una partita vinta al di là delle resistenze, che sono tante. Migliaia di persone assiepate per le strade di Napoli per 4mila che corrono significa che siamo entrati veramente nel cuore della città. Una iniezione di fiducia anche per i giovani».

Numeri triplicati. «Da potenziare infrastrutture culturali e logistiche, adeguate ad ospitare un evento da 10mila persone», conclude Capalbo.

Messaggio di pace. Prima della partenza sono stati osservati 30 secondi di silenzio per esprimere vicinanza e solidarietà all’Ucraina. Ha corso la gara con un nastrino gialloblu nei capelli e ha sventolato la bandiera del suo paese d’origine Sofiia Yaremchuk, atleta dell’Esercito, giunta terza all’arrivo. «Dedico questo mio successo all’Ucraina e a Leopoli, la mia città che dista circa 200 km da Kiev».

Una giornata da incorniciare per Napoli. E non sarà la sola.

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